Bella politica e cattivo giornalismo. Perché qualche volta (per grazia di Dio) il migliore dei mondi possibili non è poi così lontano.
Ieri la verità l’ha ristabilita Lamperti, ventinovenne fondatore del gruppo brianzolo dei Giovani democratici ed eletto a Monza. Bellissima e romantica storia di cavalleria politica alla Peppone e don Camillo o, per salire di rango, a un Togliatti che comunista di ben altra pasta rispetto a Fiano, all’Assemblea costituente chiese di prevedere il divieto di riorganizzare il Partito fascista, ma limitando i reati di opinione solo a casi molto gravi. «Da avversario politico posso dire che il neo assessore Arbizzoni ha certamente legami con la destra sociale e sicuramente si definisce uomo di destra – ha scritto Lamperti su Fb – Detto questo non è un nazista e anzi ha un profondo senso della democrazia». Da avversario «non gliene farò passare una, ma sulla persona non ho nulla da eccepire: lo conosco da anni e penso che sia un valido e rispettoso avversario». Chissà se a Repubblica ora staranno più tranquilli dopo essersi chiesti «quale debito politico dovrà pagare ai camerati neonazi e agli ultrà che lo hanno eletto». Lo stesso che pagano tutti gli eletti ai loro elettori. Una cosa che si chiama democrazia. E che a sinistra in troppi oggi dimenticano.
Giannino della Frattina, Il Giornale, 13 luglio 2017