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Caso MPS/ I conti truccati (1,5 miliardi) della “banca rossa”

di Redazione
15 Gennaio 2016
in Rassegna Stampa
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Caso MPS/ I conti truccati (1,5 miliardi) della “banca rossa”
       

 

Dopo tre anni e un trasferimento da Siena a Milano, si chiude la maxi inchiesta su Mps. Quelli che in Toscana erano due fascicoli, l’acquisizione di Antonveneta e i derivati Alexandria e Santorini, a Milano sono stati riuniti in un unico dossier, dove i capi di imputazione sono il falso in bilancio, l’aggiotaggio e il falso in prospetto. Rimane il reato di ostacolo alla vigilanza, per cui i vertici della banca sono già stati condannati dal tribunale di Siena in primo grado a tre anni di reclusione, su un filone minore (l’occultamento del mandate agreement su Alexandria).

La procura di Milano ha notificato ieri l’atto di chiusura inchiesta del procedimento per le operazioni “Fresh”, “Santorini” e “Alexandria”, che vede 13 indagati: l’ex presidente della banca senese Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni, l’ex direttore finanziario Gianluca Baldassarri, l’ex responsabile area finanza Mps Daniele Pirondini, il dirigente Marco Di Santo, sei ex dirigenti di Deutsche Bank e due di Nomura. Si aggiungono anche le società Mps, Deutsche Bank e Nomura.

Nelle 30 pagine dell’atto, i pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici elencano, anno per anno, i bilanci, quelli che l’accusa ritiene essere «falsi contabili». Ecco il resoconto della procura di Milano: le perdite reali e “camuffate” erano nel 2008 pari a 645,3 milioni; nel 2009 362,4 milioni; nel 2010 gli utili dichiarati erano 1,3 milioni a fronte di 781,3 milioni reali; nel 2011 6 milioni di perdite. Il documento degli inquirenti sottolinea appunto «l’errata contabilizzazione nei bilanci incorporati nei prospetti 2008-2012 di alcune operazioni finanziarie (Alexandria, Santorini e Nota Italia)». Ovvero, omettendo le perdite reali, che avrebbero dovute essere calcolate a saldi chiusi.

L’impianto dell’indagine sul “Fresh 2008” rimane quello già evidenziato dalla procura di Siena e dal Nucleo Valutario della Gdf, 3 anni fa: Mps, per il reperimento delle risorse finalizzate all’acquisto di Antonveneta fece un finto aumento di capitale– con lo strumento Fresh, dando l’immagine falsata che questo tipo di operazione corrispondesse ad un’iniezione di denaro e non ad un indebitamento. «Non venivano descritti in modo compiuto i Fresh 2008 e non erano descritti i total return swap sottoscritti da Fondazione Mps e con i quali l’ente sottoscriveva indirettamente i Fresh 2008 per un ammontare pari a 490 milioni, lasciando intendere che i Fresh 2008 erano stati collocati solo delle qualità creditizie di Bmps; detta informazione era significativa ai fini della compiuta descrizione delle varie tranches dell’offerta globale e, più in generale, dell’offerta di finanziamento dell’acquisizione di Banca Antonveneta», si legge nell’avviso di chiusura delle indagini della procura di Milano, che ricorda il collocamento realizzato da Jp Morgan.

Operazioni di “maquillage” di bilancio sarebbero state compiute anche con i derivati Alexandria, sottoscritto con Nomura, e Santorini, sottoscritto con Deutsche Bank. Si trattò in realtà, dicono i procuratori e gli uomini del Nucleo Valutario, di una sorta di prestito mascherato di operazioni, con scambi “solo figurativi” di Btp, per nascondere perdite di diverse centinaia di milioni.

La novità dell’indagine di Milano sta anche nell’aver portato a termine la parte relativa a Deutsche Bank, solo avviata a Siena. Fra gli indagati sono elencati infatti gli allora dirigenti della filiale londinese Ivor Dunbar, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi e Matteo Vaghi. Per Nomura, gli allora ceo e responsabile vendite Emea Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci.

Per quanto riguarda i massimi vertici di Mps, l’ex presidente Mussari e l’ex dg Vigni, l’accusa è di aver cercato un ingiusto profitto «con l’intenzione di ingannare i destinatari in modo idoneo a indurli in errore».

Tutti i principali indagati e le società coinvolte hanno sempre ribadito in passato la correttezza del loro operato. Va inoltre ricordato che sia l’operazione Alexandria che Santorini sono state chiuse con accordi con Nomura e con Deutsche Bank. Infine, per quel che riguarda l’operazione Alexandria, limitatamente agli effetti sul bilancio 2009, è già in corso davanti al gup di Milano Livio Cristofano l’udienza preliminare a carico di Mussari, Vigni, Baldassarri, Sayeed e Ricci, con le imputazioni di falso in bilancio e manipolazione del mercato. Prossima udienza il 18 gennaio.

 

Sole 24 ore, 15 gennaio 2016

Tags: banchemagistraturaMonte dei Paschi
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