Giornalisti e cameramen in fibrillazione all’Ars in attesa dell’arrivo di Rosario Crocetta. Il presidente della Regione si presenta questa mattina per la prima volta a Sala d’Ercole dopo la vicenda delle intercettazioni pubblicate dall’Espresso.
In difesa del governatore è intervenuto con una intervista al Corriere della Sera l’ex pm Antonio Ingroia, nominato dallo stesso Crocetta alla guida della partecipata regionale Sicilia e-servizi. “Quella notizia è sicuramente una bufala, anche se l’Espresso continua a dire che la fonte c’è ed è autorevole – si è sbilanciato Ingroia -. Probabilmente – ha detto sibillino – è vero e si tratta di una fonte istituzionale”
Per “fonte istituzionale” si intende spesso nel gergo giornalistico uno dei tanti apparati dello Stato, il più delle volte quelli relativi alla sicurezza. Meno concilianti le dichiarazioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Da sette anni con Raffaele Lombardo prima e con Rosario Crocetta poi – ha detto Orlando nel corso di una intervista a Repubblica – si è costruito un sistema di potere che coinvolge imprenditori e politici e che non ha risolto i problemi della Sicilia. Da tempo – ha continuato il sindaco di Palermo – dico che la mafia non ha più i rappresentanti che aveva una volta e che quelli che si definiscono rappresentanti dell’antimafia sono degli speculatori. In Sicilia l’antimafia di facciata ha distrutto la politica”.
Alla domanda se il governo Crocetta sia peggio di quello di Lombardo o di Salvatore Cuffaro, il sindaco di Palermo ha risposto: “Lombardo e Crocetta sono peggio perché hanno strumentalizzato l’antimafia”. Quanto al Pd “se fossero andati al voto un anno fa avrebbero potuto vincere oppure perdere avendo il tempo di assorbire la sconfitta siciliana prima delle politiche. Ma ormai per i democratici è troppo tardi: si sono identificati con lo sfascio e se esprimessero un candidato organico al partito andrebbero a sbattere”.
Pesantissima, infine, la battuta sul grande sponsor di Rosario Crocetta, Beppe Lumia e sull’ipotesi di un ingresso dello stesso Orlando nel partito di Renzi: “Quando ero nella Dc dissi ‘o Lima o io’. Scelsero Lima e me ne andai. In un partito in cui c’è Lumia io non posso stare”.