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C’è complotto e complotto. Tra bufale e verità nascoste

di Emiliano Calemma
7 Gennaio 2022
in Il punto
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C’è complotto e complotto. Tra bufale e verità nascoste
       

Vi siete mai chiesti se le teorie del complotto sono vere oppure no? E una volta stabilito che possono essere vere: come stabilire se credere o meno a quanto ci viene raccontato. Chi sono i teorici? Chi sono gli esecutori? Chi può mantenere tali segreti? Chi può arrivare a capire gli schemi anche se non fa parte del gioco? I discorsi che circondano le teorie sono sempre zeppi di domande e quasi sempre privi di risposte convincenti. E forse proprio per questo sono funzionali più ai burattinai che agli spettatori.

Partiamo da un dato certo: gli esseri umani cospirano e a farlo sono di solito quelli che ne traggono vantaggi consistenti. Un secondo dato certo è il seguente: le teorie del complotto sono spesso elaborate con onestà, soprattutto da persone che non hanno grandi possibilità economiche o politiche. Le teorie elaborate con onestà possono comunque essere vere o false.

Al contrario, le teorie “immesse sul mercato” per fuorviare scientemente l’opinione pubblica sono a tutti gli effetti disoneste. Vengono create per generare confusione e allontanare l’attenzione delle risposte che cerchiamo. A crearle sono gli stessi complottisti che cerchiamo di smascherare.

Per aiutare noi stessi a capire veramente come smascherare un complotto e a non cadere nelle trappole dei complottisti dobbiamo rispettare alcune semplici regole. La prima è quella dello studio della storia. Sembra una banalità, ma non è così. Oggi le regole che dominano il potere sono le stesse di ogni epoca passata, abbiamo solo molti più tabelloni di gioco e soldi in palio. Capire quali ragioni hanno spinto i potenti del passato ad agire in determinate maniere, può aiutarci a svelare i complotti di oggi. I potenti hanno sempre avuto dinamiche di comportamento simili.

La seconda è quella di analizzare con attenzione coloro i quali bollano come “teorie del complotto” tutte le teorie considerate fastidiose e che spesso hanno colto nel segno. L’accezione odierna di “teoria del complotto” è quella negativa di “bugia”. Bollare come tale una qualsiasi teoria significa automaticamente dare del bugiardo al teorico. Questo comportamento è largamente usato, soprattutto dai media finanziati dal potere.

Deridere qualsiasi teoria del complotto è facile e piace alla maggior parte della gente, serve a non pensare e mantiene quell’alone di leggerezza su ogni questione, anche le più complesse.

Noi italiani, in particolare, non dobbiamo essere troppo sospettosi. E ci perdonerete il tono ironico. Solo perché non sappiamo ancora chi abbia ucciso Enrico Mattei; solo perché non sappiamo che fine abbia fatto Mauro De Mauro; solo perché non abbiamo la più pallida idea di chi abbia fatto sparire Emanuela Orlandi; solo perché la strage di Ustica è ancora lì senza colpevoli; solo perché Mino Pecorelli, Pier Paolo Pasolini, Erio Codecà, Serena Mollicone, Antonietta Longo, la famiglia Santangelo, Wilma Montesi, Raoul Gardini, Ettore Muti, Simonetta Ferrero, David Rossi, Roberto Klinger, Graziella De Palo e Italo Toni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Paolo Di Nella…e tanti, tanti altri…non significa che ogni fatto violento debba avere una chiave di lettura segreta e che sia frutto di un complotto.

Però il fatto stesso che tutto ciò che abbiamo elencato sia avvenuto senza che sia mai stato trovato un colpevole, significa che qualcuno ha certamente complottato e che le teorie su tali avvenimenti possono e devono esistere. Perché abbiamo bisogno di risposte e non ci accontentiamo delle soluzioni serviteci dai potenti attraverso le televisioni. 

Tags: complottismo
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