Affinare i vini sott’acqua non è una novità assoluta, ma per l’Italia è un segnale importante. La concessione semestrale nel porto di Trieste di una area di 67 metri quadrati per creare una cantina subacquea e posizionare 14 casse in acciaio per affinare bottiglie di Prosecco a 22 metri di profondità è indubbiamente interessante.
Quello degli underwater wines è una tecnica antica, riscoperta solo di recente. All’estero, in Croazia e Grecia sono sede di ottimi esperimenti. Notevoli i vantaggi, secondo gli esperti, sia per la stabilità di maturazione dovuta alla pressione sottomarina, sia per la temperatura più o meno costante.
Va rilevato che si tratta di una tecnica sostenibile, non necessitando di locali dedicati o lavorazioni meccaniche tipiche di una cantina in superficie. Ma soprattutto è un campo che offre ampie possibilità di collaborazione con il mondo scientifico locale, come rileva Zeno D’Agostino, presidente dell’Authority: «Il golfo di Trieste è il luogo ideale per avviare questo tipo di progettualità. Biologi, fisici, chimici potrebbero dare un notevole contributo al miglioramento dei processi di questa tecnica, ancora sperimentale, e studiare l’effetto che temperatura, pressione, profondità, correnti e assenza di luce provocano alle molecole di un bottiglia immersa in profondità».
«Il vino prescelto – spiega Elena Parovel a capo dell’azienda specializzata nella produzione di vini ed olio extra vergine d’oliva autoctoni – sarà il Prosecco Trieste DOC. Abbiamo scelto una piccola e pregiata produzione di uva Glera (uva da cui deriva il Prosecco DOC) coltivata in una porzione di terra prospiciente il golfo di Trieste, certificata DOC. La vendemmia 2021 ha dato un ottimo raccolto che ci ha permesso di produrre il Prosecco Trieste DOC, spumante di alta qualità e tipicità». Le 5000 bottiglie prodotte riposeranno in fondo al mare nel golfo di Trieste per 6 mesi. Una volta riemerse in superficie, ad affinamento raggiunto, saranno pronte per essere degustate. Cin cin.