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Home L'Editoriale

Chi salirà sull’arca di Attila Draghi e chi no

di Maurizio Bianconi
13 Marzo 2022
in L'Editoriale
3
Chi salirà sull’arca di Attila Draghi e chi no
       

Anche a causa della guerra non è semplice prevedere fra quanto tempo ‘andremo a sbattere’, per usare una frase cara a Fabrizio Cicchitto. Attila ha dichiarato che sbaglia chi pensa che lui e i suoi Unni si fermino durante le crisi e le emergenze. Loro -assicura -si muovono a tutto campo.

Attila, attuatore della postdemocrazia finanziaria, sa che le crisi, le emergenze favoriscono la destrutturazione che agevola la svolta postdemocratica.Il fato lo ha favorito e ha propinato due emergenze enormi, una di seguito all’altra: pandemia e guerra. Cosí Attila e i suoi Unni hanno potuto dispiegare al meglio tutto il loro potenziale di devastazione, tantochè è possibile che la sua possa essere una guerra lampo più che quella di Putin.

L’arma più efficace in mano a Attila è il vertiginoso balzo del costo delle fonti energetiche. Chi avesse in animo i destini del popolo italiano dovrebbe compiere una semplice mossa: azzerare a tempo determinato, ogni accisa, ogni tassa, ogni contribuzione, ogni balzello sulle fonti di energia e sulla vendita di gas, carburanti, energia elettrica e così via.

Se fossero tolti questi oneri, l’economia nazionale avrebbe un balzo in avanti poiché diverrebbe d’incantesimo da zoppicante a competitiva. Capace sicuramente di garantire gettiti tributari idonei a compensare l’abolizione dei legacci che avvinghiano le fonti di energia.

Attila lo sa e si guarda bene dal prendere i provvedimenti relativi.  Sarebbe contrario al suo disegno distruttivo. Se i consumatori non vengono graziati dagli iniqui pesi sulle fonti energetiche si provoca la formazione e l’esplosione della miscela più distruttiva: la crescita e la coesistenza di inflazione e deflazione.

Il processo è semplice: l’aumento dei costi energetici provoca inflazione e l’inflazione l’aumento dei prezzi. L’aumento dei prezzi comporta la contrazione dei consumi. La contrazione dei consumi causa le riduzioni di scambi e produzione.

La riduzione di scambi e produzione porta con sè la diminuzione di circolante, gettito fiscale, posti di lavoro. La diminuzione dei posti di lavoro, ulteriori rattrappimenti dei consumi. Il sistema si inceppa e la macchina prima rallenta, poi si ferma.

Attila raggiunge i suoi scopi: devastazione della media e piccola impresa, decimazione della classe media, aumento della dipendenza dai sussidi di stato, esorbitanza del potere funzionariale, occupazione dei gangli vitali da parte delle corazzate della finanza e delle grandi concentrazioni.

Nella sua determinazione devastatrice, in contemporanea preme sull’acceleratore e in nome di una presunta ‘giustizia’ attacca su un altro fronte e dà il via alla revisione degli estimi catastali. In questo modo si provoca la conseguenza medio termine di un aumento complessivo dei gravami sulla casa e l’immediata conseguenza di una ulteriore riduzione dei valori commerciali delle abitazioni, primo bene amato e voluto dall’Italia da distruggere.

Attila non contento ha poi dato l’assalto a un altro baluardo della piccola impresa nazionale: i litorali. Anche qui evocando la “giustizia” e la “concorrenza”. Sulla giustizia velo pietoso. Sulla concorrenza vien da sorridere: potranno le famiglie dei balneari già in sofferenza da pandemia, competere con le multinazionali (e anche con la malavita organizzata) miniere inesauribili di risorse per l’economia speculativa e reduci dalle vendemmie causate dall’aumento delle fonti energetiche?

Un piccolo Britannia nel palmares di Attila, da aggiungere al Britannia originale. Ultimo ma non ultimo: è primario interesse di Attila far salvi i suoi, gli unici che dovranno salvarsi dallo tsunami in arrivo.  Da ciò assunzioni a go-go negli antri della iper burocrazia e aumento notevole di stipendi e gratifiche per tutti. Unni e tribù alleate nei ministeri e nel funzionariato. Sono i prescelti per salire nella novella Arca di Noè. Per gli altri acqua a catinelle

Tags: energiaMario Draghitasse
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Commenti 3

  1. Gabriele Baraldi says:
    3 mesi fa

    Questa è la triste cronaca il resto è fumo retoricò per coprire queste infamie. La “morale europeista” divulgata a reti unificate è una foglia di fico che non copre più neanche la vergogna.

    Rispondi
  2. Francesco says:
    3 mesi fa

    Fino a che punto dobbiamo arrivare prima di esplodere di rabbia ?

    Rispondi
  3. Il Nazionale says:
    3 mesi fa

    Ci troviamo dinanzi ad un qualcosa di raccapricciante che fa leva sulla incapacità del popolo a voler capire la gravità della situazione. Ed il peggio lo si vedrà fra qualche anno quando si constateranno gli effetti devastanti delle politiche odierne.
    In questo contesto, un centrodestra diviso e privo di progetti ben poco potrà fare. Del resto, con la inaffidabilita di Forza Italia cui si aggiunge quella della Lega, la potenziale Premier Meloni avrà vita breve. E non parliamo del rialzo dello spread che le attiveranno contro; e non parliamo delle sinistre quinte colonne al servizio dei poteri forti. Quale Alternativa allora? Creare un poderoso Blocco Nazionale della Libertà che faccia Opposizione seria, dura, intransigente contro la burattinaia Alta Finanza.

    Rispondi

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