Nell’indifferenza del “governo dell’accoglienza” e del ministro degli Esteri Gigino Di Maio muore la scuola italiana di Asmara, in Eritrea. I sigilli sono stati apposti alcuni giorni fa dai funzionari del governo eritreo. Una brutta storia di sciatteria, incapacità, miopia, stupidità. Ripercorriamo la vicenda: nel 2012 l’Italia, ex potenza coloniale, e l’Eritrea avevano stipulato un accordo tecnico bilaterale per regolare la gestione congiunta della scuola. Un’intesa quinquennale da rinnovare alla scadenza. Ma proprio nel 2012 il goverrno di Roma si dimenticò di nominare i componenti del Comitato tecnico congiunto previsto dall’accordo per la gestione dell’istituto. Senza alcuna spiegazione. Gli eritrei, al contrario, nominarono subito i loro rappresentanti.
Nel 2017 e nel 2018 l’Italia ha ridotto drasticamente i fondi per gli istituti di formazione all’estero. Tra le misure previste c’era anche il divieto di impiegare personale supplente all’estero e l’obbligo di ricorrere a docenti locali. Ovviamente il ricorso al personale locale ha diminuito il carattere originale della scuola e penalizzato fortemente la sua offerta formativa. Nonostante le sollecitazioni eritree per il rispetto degli accordi il governo di Roma non ha mai risposto, incancrenendo ulteriormente il problema. Malgrado ciò, alla scadenza dell’accordo, nel 2017, Asmara ha rinnovato la licenza di apertura dell’Istituto di anno in anno fino all’anno scolastico 2019-2020.
Nel 2020 la gestione della pandemia da parte dell’Italia ha avuto ripercussioni negative anche per la scuola di Asmara. Infatti l’istituto avrebbe deciso autonomamente la sospensione dell’attività didattica non solo senza concordarla con le autorità locali, ma avvisandole della decisione solo poche ore prima della chiusura. Gli eritrei, ormai esasperati, hanno deciso per la chiusura definitiva. L’ultimo pezzo di soft power tricolore nella “colonia primigenia” è svanito.
Grazie, a nome dell’Associazione Culturale “Identità Italiana – Italiani all’estero”, che, assieme ad altri ha sollevato il problema, per l’articolo. Mi pregio informarvi che in data 3 settembre, abbiamo scritto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per invitarlo a farsi carico in prima persona del problema e ad esperire ogni tentativo per riprendere le opportune interlocuzioni col Governo Eritreo” per”salvaguardare il patrimonio di arricchimento professionale e culturale, di pacifica e proficua collaborazione, costruito in decenni di attività … e consegnarlo alle future generazioni” di eritrei e italiani. Nella lettera abbiamo anche ricordato come il Presidente Conte sia stato il primo Capo di Governo occidentale a visitare l’Eritrea nel 2018, dopo la stipulazione degli accordi di pace tra l’Eritrea e l’Etiopia, e come in quella visita Egli si fosse espresso, primo tra i leaders occidentali, a favore di una ripresa delle relazioni con l’Eritrea. Nei prossimi giorni scriveremo all’Ambasciatore dell’Eritrea in Roma perché inoltri al Governo Eritreo la nostra sollecitazione a rivedere la propria posizione. Vi terremo Informati degli sviluppi e dei risultati di questa nostra campagna. Grazie. Aldo Rovito – Presidente Associazione “Identità Italiana – Italiani all’estero”