Nonostante la solenne lezione impartita da Sabino Cassese, con l’editoriale “Astensione e altro. La lezione (vera) delle urne”, con gli elettori, anche in un turno parziale e circoscritto, capaci di stabilire il record assoluto di fuga dalle urne, che significa condanna dei partiti e rifiuto della loro condotta, le diverse fazioni hanno continuato ad assumere atteggiamenti e posizioni del tutto inaccettabili.
Sono riemersi con saccenteria e con presunzione, i reduci del craxismo e i nostalgici del primo berlusconismo, scaduto di occasione in occasione sul piano del consenso. Il tanto osannato Draghi, spesso raggiunto da interpretazioni enfatizzate, nonostante sia stato nell’occasione artatamente sottovalutato, a Bruxelles ha sottolineato le necessità o meglio l’urgenza per il problema migratorio di “maggiori finanziamenti per il fronte meridionale del Mediterraneo dopo anni di attenzione al fronte orientale”. Ha fatto notare di parlare, a differenza dei predecessori a Palazzo Chigi come premier di un Paese “per troppi anni lasciato solo”.
I partiti del centrodestra, dal canto loro, hanno inanellato una lunga serie di errori. Il primo, il più grave e il più eloquente, è stato la scelta dei c.d. ”esponenti della società civile”, assolutamente inadatti, impreparati e lontani dal quadro generale. Questi “campioni” si sono rivelati alla prova dei fatti incolori e ben lontani dall’accendere interesse e attenzione. Chi scrive, sin dal 2017, in occasione delle elezioni regionali laziali, non accettò scelte lontane e sfuggenti.
Stona ed infastidisce il ritorno di Brunetta, che tenta un ritorno delle forze socialiste oggi introvabili, di quelle laiche ugualmente quanto mai marginali, delle “cristiane”, per dirla con Berlusconi, geneticamente incompatibili dalla linea del proprietario di “Villa Grande”, già di Zeffirelli. La stessa figura del palcoscenico politico agita, tanto per infangare, in termini sprezzanti il c.d. “sovranismo”, neologismo gallico inaccettabile.
Salvini da parte sua non perde passaggio per non esprimere tesi sorprendenti e controproducenti, come è il caso della proposta alla sua rivale, guida di FdI, di partecipare incredibilmente ad un vertice con Draghi, altrimenti il centrodestra il rischio assurdo di “sbandare a sinistra”.