“La bozza per il Senato non è altro che il tentativo di scimmiottare le riforme fatte dal centrodestra nel 2006 e affossate dalla sinistra”. Intesa Berlusconi-Storace: “Voleva già entrare in Fi e a noi rimproverava di non essere troppo di destra…”. Massimo Corsaro, parlamentare di Fdi-An spazia da Renzi e la ‘guerra sul Senato’ alla scelta dell’ex governatore del Lazio ma senza nascondersi dietro “il dito” del caos-Piemonte dove Fi punta i piedi sulle primarie mentre il suo partito, Ncd e Lega le rivendicano. Fratelli coltelli…
Onorevole Corsaro, alla fine la riforma del Senato piace solo a Renzi e ai renziani. Prevede la ‘guerra atomica’ politicamente parlando su Palazzo Madama?
«La bozza di riforma non è altro che il tentativo di scimmiottare qualcosa che il centrodestra aveva fatto quando governava nel 2006 e che la sinistra ha colpevolmente contribuito ad abbattere col referendum abrogativo. Capisco che i maggiori timori vengano proprio dalla sinistra che a parole vuole riformare e alleggerire il peso della politica ma che quando passa ai fatti è in difficoltà e dimostra il contrario. Quindi non mi stupisce quanto sta accadendo».
A questo punto se crolla il patto Berlusconi-Renzi crolla tutto?
«Se Fi realizza di aver fatto in grave errore quando ha dato l’avvio a questa legislatura e che ha in sé un peccato originale…».
Non bastava quello di Renzi salito a Palazzo Chigi senza passare dal voto, adesso anche Fi ha un peccato originale?
«Il peccato originale di Fi è quello compiuto all’inizio della legislatura: ha contribuito in maniera determinante alla nascita del governo Letta, poi seppure formalmente all’opposizione ha reso possibile l’avvio della stagione di Renzi dando vita a una maggioranza anomala sulla scorta dell’intesa sulle riforme. Questa sarebbe l’ennesima occasione in cui Fi si accorge in ritardo dell’errore che noi dui FdI-An avevamo evidenziato fin dall’inizio».
Come legge l’intesa Berlusconi-Storace? Alla fine l’ex governatore del Lazio vi ha detto no.
«Rispetto tutte le scelte di chiunque decida di seguire il proprio cuore verso una direzione. Resta però un pizzico di amaro in bocca quando vedi che il cuore di qualcuno mirava a entrare in Fi mentre a parole contestava il fatto che FdI-An non fosse sufficientemente ortodossa nella custodia dei valori della destra. E’ proprio il caso di dire che tra il dire e il fare c’è di mezzo non il mare ma l’oceano».
Sì, ma a questo punto come vi attrezzate per le amministrative e le europee?
«Noi siamo l’unico movimento politico che rappresenta la destra perché Storace ha fatto un’inversione a 180 gradi e oggi nel partito di Berlusconi ci stanno Storace e la Santanchè che – ricordo – erano rispettivamente il capo del partito e il candidato premier scesi in campo contro Berlusconi nel 2008. Altri, addirittura hanno fatte altre scelte con voli pindarici incomprensibili per entrare in Ncd sostenendo di essere i custodi dei valori della destra in un soggetto politico che governa con la sinistra. Gli unici che non hanno paura di rischiare il salto dell’asticella del quorum alle europee sono le persone che hanno dato vita a FdI-An e che già lo scorso anno rinunciarono a un comodo scranno parlamentare all’ombra dell’allora Pdl di Berlusconi decidendo di fare una corsa in solitaria perché sapevamo che la capacità del Pdl di interpretare la sensibilità della destra era esaurita».
Resta il nodo delle amministrative dove le alleanze sono strategiche anche per voi. O no?
«Non sta scritto da nessuna parte che si debba stare obbligatoriamente insieme. Dove ci fossero sensibilità comuni e un progetto condivisibile siamo noi per primi a sperare di tenere insieme tutte le voci del centrodestra che ci contrapponga alla sinistra. Laddove non ci sono le condizioni, non si capisce perché noi dovremmo fare i portatori di acqua al mulino degli altri…».
Caso Piemonte, oggi decidete sulle primarie ma Fi continua a storcere il naso. Come ne uscite?
«Anche Ncd e la Lega condivide con noi il metodo delle primarie. Consideriamo curiosa l’eventuale scelta di Fi di non percorrere questa strada perché Berlusconi a parola ha sempre garantito la migliore scelta possibile per portare più voti alla coalizione. Le primarie sono il metodo più corretto e più chiaro per selezionare la migliore candidatura».
Che per voi sarebbe quella di Crosetto.
«Se vogliamo entrare nel merito correndo il rischio di essere indelicati, dico che noi abbiamo proposto la candidatura di Crosetto, altri hanno indicato altri nomi, tutti degnissimi ma francamente di gran lunga meno popolari e graditi agli elettori di centrodestra piemontesi di Crosetto. Spero che non si vada avanti con atti di ostracismo e di gelosia sul nostro candidato, sarebbe un segnale molto negativo. Lo stesso Berlusconi candidò Storace alla presidenza della Regione Lazio quando già era uscito dal suo partito e lo stesso ha fatto con Musumeci in Sicilia. Se continuasse l’ostracismo sul nome di Crosetto come candidato più forte del centrodestra vorrebbe dire che Fi teme la competizione dell’unico soggetto politico che vuole restare fortemente collocato a destra».
Il rischio è: quattro candidati governatore per quattro partiti. Chiamparino stappa lo spumante ancora prima di cominciare la campagna elettorale.
«Non è responsabilità di chi prova a mettere in campo la candidatura più forte, ma casomai di chi non l’accetta per interessi di parte. Quando vediamo che un candidato anche di un altro partito può far vincere la coalizione noi ci adeguiamo; non si capisce come ciò non possa avvenire quando quel candidato viene espresso da noi».
Intelligonews, 31 marzo 2014