Quando eravamo ragazzini, la notte fra il 24 e il 25 aprile, andavamo in giro per le città a scrivere sui muri: “Italiano, il 25 aprile non è festa per te”.
Intendevamo, nella nostra incosciente ingenuità, sottolineare la contrarietà ad una ricorrenza partigiana, nel senso estremo e più negativo di parte, auspicando che in quella giornata si celebrasse una definitiva conciliazione fra tutti gli italiani.
Fini, ne sono certo, non partecipò mai a queste “spedizioni notturne”, non perché fosse contrario in linea di principio a quanto intendevamo affermare, ma, piuttosto, perché era noto nel nostro ambiente il suo carattere…pacifico, per usare un eufemismo.
Nel 2009, dopo 64 anni dalla fine del Fascismo, Fini rilasciò sull’argomento un’intervista su “L’Altro”, il giornale di Sansonetti, nella quale l’allora Presidente della Camera si lasciò andare ad affermazioni sul Fascismo che, forse, neppure negli anni bui dell’arco costituzionale e dello scellerato pactum ad escludendum, erano state usate dagli avversari più agguerriti.
Fini, dopo anni in cui è stato fascista intransigente, un “duro e puro” -come allora si diceva-, diventava, da buon apostata, il più antifascista degli antifascisti, sottolineando della ricorrenza del 25 aprile l’aspetto più odioso e più rancoroso, quando anche le più alte cariche dello Stato cominciavano ad imboccare una nuova strada, cioè la via della riconciliazione, che non può prescindere dal riconoscimento della buona fede dei “ragazzi di Salò” che, piaccia o non piaccia, non solo combatterono e morirono per salvare l’Onore della Patria, ma, con il loro sacrificio, evitarono la distruzione e lo smantellamento delle grandi industrie de nord, come programmato dai Tedeschi e, quindi, forse inconsapevolmente, contribuirono alla rinascita del Paese nel dopoguerra. Allora affermammo: “Fini, neppure il nuovo 25 aprile non è festa per te!”
Oggi Fini, ne sono certo, avrà particolarmente apprezzato l’affermazione della Presidente della Camera, on. Laura Boldrini che, dopo 70 anni dalla fine della guerra civile, con un intervento vecchio stile, auspica addirittura la cancellazione dell’iscrizione MUSSOLINI DUX dall’obelisco del Foro Italico, opera dell’arch. Costantino Costantini, che solo negli anni bui dell’antifascismo più violento del dopoguerra qualcuno – inutilmente – ebbe l’ardire di proporre. L’on. Boldrini, con la sua proposta, dimostra una straordinaria ingiustificabile incultura e un incredibile disprezzo della storia degni di un ignorante guerrigliero dell’ISIS, e ciò, fra l’altro, nel momento in cui in tutto il mondo scientifico si studia con grande attenzione il Razionalismo italiano.
Aspettiamo che questo inadeguato Presidente della Camera proponga anche che venga scalpellato il mosaico di Mario Sironi “L’Italia Corporativa” del Palazzo dei Giornali di Milano!