
È del tutto ininfluente cosa si pensi di Maduro o di Chavez. È ininfluente la distinzione fra “comunismo” e “socialismo bolivariano”. È ininfluente la valutazione della politica interna ed estera portata avanti da Trump fino ad ora. Il punto è stabilire se sia lecito che un’altra Nazione o quella finzione grottesca chiamata “Comunità internazionale” possano intervenire nella politica interna di uno Stato, mettendo in discussione la volontà espressa dalla maggioranza degli elettori, al fine di rovesciarne il Governo e mettere al suo posto persone gradite, presumibilmente più idonee ad amministrare il Paese.
Se rispondete che, sì, questo è lecito (con il corollario di “se”, “ma”, “peró” e distinguo vari), allora erano legittimi gli attacchi alla Serbia, alla Libia, alla Siria. Ed era legittimo il colpo di mano di Monti del 2011: dopotutto la “Comunità internazionale” aveva visto le immagini in tv di 2 milioni di Italiani scesi in piazza con le sciarpe bianche a protestare contro un premier maniaco sessuale, corruttore di minorenni, mafioso, colluso con la malavita, amico dei dittatori Gheddafi e Putin.
Se si ratifica ciò che vorrebbero fare in Venezuela, non stupiamoci poi quando rivedremo lo stesso modus operandi applicato al nostro “Governo fascista e razzista”.