Liberalismo e socialismo, nelle molteplici declinazioni e carature, dalla democrazia parlamentare a quella presidenziale, dalla socialdemocrazia al comunismo, sono due facce della stessa moneta, coniata dalla zecca dell’ illuminismo ateo e materialista, prevalente nel cosiddetto mondo occidentale. Cosiddetto perché, invece, se risaliamo alle sue origini etniche, mitiche e culturali, l’Occidente, e segnatamente l’ Europa, ha radici chiaramente mitologiche, epiche e religiose, affondate in una concezione spirituale e metafisica della vita e dell’uomo.
Ma tant’è, forse per intrinseco esaurimento, forse anche per le successive stratificazioni delle invasioni barbariche, l’Occidente, a partire dall’Europa, si e’ trasformato in un indistinto meticciato, in preda alla febbre dell’oro. Da sacro e’ diventato profano.
Non ci sono principi, ne’ regole, ne’ limiti ad arginare una corsa al denaro e alle sue premesse e ricadute: potere, piacere, privilegio. Una corsa che travolge gli onesti in pro dei disonesti, i deboli a vantaggio dei forti, i più a favore dei pochi, cancellando ogni traccia dei fondamenti classici e cristiani della nostra millenaria società. Nella quale, infatti, in luogo delle tradizionali istituzioni politiche, civili e religiose si sono insediate quelle della finanza, le grandi banche d’affari, i fondi sovrani e non, le oligarchie e i club dei plutocrati e dei loro commessi, i Prodi, i Monti, i Papademos, i Padoan di turno, che sottomettono i governi e i popoli ai disegni dei loro padroni. Ai quali la sovranità popolare, l’autonomia e l’ indipendenza degli Stati, l’alterita’ delle religioni sono d’inciampo e vanno pertanto sopraffatte con meccanismi e feticci internazionali, tipo ONU ed UE, culturalmente vuoti e politicamente inefficaci.
E’ il regno del denaro, cioè, come denuncia Papa Francesco, il regno del demonio.
A cui giovano le guerre, il terrorismo, le migrazioni di massa , il caos sociale, che facilitano il controllo delle risorse naturali da parte delle multinazionali, l’abbassamento del costo del lavoro, la diffusione dell’economia illegale, dal capolarato alla diffusione della droga, la produzione e la vendita delle armi e dei farmaci, la sostituzione del credito con l’usura.
A fronte di tutto ciò in Italia si discute e si dibatte di unioni civili, di gender, di omosessuali, tutt’al più di riformicchia costituzionale. E nemmeno la destra richiama e ripropone i fondamentali: lo Stato, la Nazione, il Lavoro, il bene comune ed una nuova forma di governo e di organizzazione sociale, secondo le linee ed i criteri enunciati nella Rerum novarum e nella dottrina corporativa, che sottomettono l’economia alla politica e la politica al fine di promuovere la crescita umana e culturale della persona e l’emancipazione sociale dei popoli.
Per sostituire all’astrazione ingannevole della democrazia liberale quella organica dei corpi sociali e professionali; al potere delle oligarchie quello del popolo, concretamente espresso e rappresentato nelle articolazioni territoriali e sociali della Nazione.
E triste constatare che in ogni nazione europea vi sia una reazione a questo disegno oscurantista, persino nella patria dell economia di mercato il Regno Unito il malessere popolare si e espresso contro le oligarchie, grazie anche ad una classe dirigente che a torto o ragione ne interpreta e ne esplicita il dissenso. Ma potrei citare tutte le nazioni europee dall Austria alla Germania alla Francia l Olanda la Spagna L Ungheria e via seguendo si registrano fenomeni di reazione solo in Italia si registra esattamente il contrario, il consolidamento e lo strapotere delle oligarchie politico burocratiche,sindacali e di casta. In Italia purtroppo non esiste una classe dirigente capace di reagire che abbia una visione e proposta politica alternativa ammesso che abbia coscienza della realta cosi ben descritta