“Quoque tu, Perfetti”? Lo studioso, per decenni rara avis degli orientamenti liberali di destra in campo storiografico, si è cimentato in un intervento pubblicistico, in cui il cui modo verbale usato dominante è il condizionale.

Perfetti, nel foglio berlusconiano, recensisce il lavoro di un suo collega, riguardante la vicenda di Luigi Fulci (1872 [nel giornale è scritto 1972!!] – 1930), deputato siciliano, radicale, poi giolittiano, ministro delle Poste e Telegrafi nei 2 gabinetti, presieduti dal luogotenente dell’”uomo di Dronero”, Luigi Facta. Secondo queste pagine il Fulci, “liberale che sapeva troppo”, sarebbe stato eliminato su ordine di Mussolini. I risultati, tanto sconvolgenti e tanto eclatanti, che annullano l’ipotesi di “delitto perfetto”, sono stati ottenuti negli ultimi anni,
In realtà la “voce”, riguardante Fulci, contenuta nel “Dizionario biografico degli italiani”, notoriamente egemonizzata dalla sinistra più calda, al volume L, pp. 696 – 698, non accenna minimamente alla vicenda e registra semplicemente la data della morte.
Una parentesi: non molti sanno che proprio Facta, padre di un caduto nel conflitto mondiale, negli anni del trionfante fascismo, il 18 settembre 1924 fu nominato senatore e fu commemorato, dopo la morte, avvenuta il 5 novembre 1930, a Palazzo Madama dal presidente Luigi Federzoni.
Giorni addietro è stata emessa l’ennesima condanna all’ergastolo per uno degli esecutori materiali della strage alla stazione ferroviaria di Bologna, avvenuta nell’agosto 1980, e nella circostanza a nessuno è sfuggita la mancata individuazione dei mandanti di questa, come di tutte le altre “stragi di Stato”, come degli uomini eccellenti del sistema, da Moro a Piersanti Mattarella. Ora al termine della nota di Perfetti, ammessa la solidità degli assunti sintetizzati, in cui sono comunque soggettive le certezze, non resta che auspicare (o forse sognare) che analoga e tanto decisa puntigliosità sia usata per i tanti “delitti di Stato”.