Occorre partire da una premessa storica: in Italia non è mai esistito un partito che abbia assunto l’appellativo di “conservatore”, con un’eccezione marginale e fallita sul nascere di quello del cattolico liberal-conciliatorista Conte Paolo Campello a fine Ottocento. Sono esistiti però nella storia italiana politici conservatori come l’ormai ingiustamente dimenticato Clemente Solaro della Margarita (1792-1869) e una cultura conservatrice che è esistita come un fiume carsico nella politica italiana ma senza riuscire a organizzarsi politicamente.
Oggi però l’Italia ha un Governo con alla guida Giorgia Meloni che è leader del Partito dei Conservatori e Riformisti europei e si pone quindi la necessità di un dibattito culturale e politico che offra contenuti alla sigla. L’occasione di questo auspicabile dibattito è stata offerta da un convegno organizzato mercoledì 3 maggio da Alleanza Cattolica e dal network di movimenti cattolici Ditelo sui tetti presso la Biblioteca del Senato in piazza della Minerva a Roma. Il convegno, nella prima sessione moderata da Agostino Carloni di Alleanza Cattolica, ha visto la partecipazione del Senatore di Fratelli d’Italia Marcello Pera (Presidente della Biblioteca del Senato), di Giovanni Orsina, Professore di Storia contemporanea alla LUISS Guido Carli di Roma, di Domenico Menorello coordinatore del network Ditelo sui tetti, di Marco Invernizzi Reggente Nazionale di Alleanza Cattolica e dell’eurodeputato Nicola Procaccini (FdI). Nella seconda sessione la tavola rotonda moderata da Francesco Pappalardo di Alleanza Cattolica e Direttore della Biblioteca del Senato sono intervenuti i politici Andrea Orsini di Forza Italia, Massimiliano Romeo della Lega, Lorenzo Malagola e Lucio Malan di Fratelli d’Italia. Maurizio Gasparri di Forza Italia assente giustificato per la sua irrinunciabile presenza alla laurea della figlia. Domenico Airoma, Procuratore di Avellino e Vice Reggente nazionale di Alleanza Cattolica ha concluso i lavori.
Il Senatore Pera nella sua prolusione ha posto la domanda che aleggia sempre quando si parla di conservatorismo: che cosa conservare? Di fronte al liberale e al socialista il conservatore desidera salvaguardare l’uomo e la tradizione. E la tradizione europea è la religione cristiana ha detto il Senatore ricordando Papa Benedetto XVI che inaugurò proprio la sala ospitante mettendo in guardia dall’idea illuminista che isola l’uomo dalla tradizione e dall’idea democratica che fa tabula rasa per realizzare l’uomo nuovo secondo un progetto gnostico. Uomo nuovo e uomo universale sono l’antitesi dell’uomo che piace invece al conservatore. Per il liberale e il democratico la religione cristiana è un ostacolo al suo progetto. L’eurodeputato Procaccini a conferma di quanto sopra ha ricordato la sua intenzione di far dedicare un’aula nel Parlamento di Bruxelles a San Benedetto Patrono d’Europa sottolineando l’opposizione del conservatore all’eccesso di Stato e di doveri dei socialisti e gli eccessi opposti dei liberali. Menorello propone un nuovo atteggiamento antropologico basato sulla cura dell’uomo e del Creato.
Marco Invernizzi nel suo intervento ricordando la frase di Giovanni Cantoni (1938-2020) “chi sbaglia storia sbaglia politica” e citando il Conte Joseph de Maistre (1753-1821), maitre-à-penser della Contro-Rivoluzione, precisa che il conservatore “è un innamorato dell’eterno e non del passato”, parafrasando forse con una modifica terminologica l’aforisma del pensatore colombiano Nicolas Gomez Davila (1913-1994) “il reazionario non è il sognatore nostalgico di passati aboliti, ma il cacciatore di ombre sacre sulle colline eterne”. Invernizzi ha invitato a partire dall’esistente per cambiarlo in meglio e non dalle nostalgie, contrapponendo alle “leggende nere” irrealistiche “leggende rosa” ed evitare i moderatismi che portano al compromesso.
Lo storico Giovanni Orsina dopo aver preso atto della crisi del sistema attuale liberal-radicale che ci ha condotto alla dittatura del politicamente corretto e il cui fallimento, come quello del socialismo è dovuto alla mancata realizzazione delle promesse che hanno provocato naturali reazioni del “visto con gli occhi contro il sentito dire” . Orsina propone di ricostruire partendo dalla realtà e non tornare al passato e l’Italia può dare un notevole contributo a questo pensiero conservatore senza ispirarsi a pur rispettabili modelli anglosassoni (per esempio quelli espressi nel pensiero di Roger Scruton) come concorda l’onorevole Lorenzo Malagola che parla di conservatorismo latino-mediterraneo.
I politici intervenuti raccolgono la riflessione degli altri relatori che li hanno preceduti e mentre Lucio Malan individua nel conservatorismo la risposta al politically correct e alla creatività di parte della Magistratura, Andrea Orsini di Forza Italia prende le distanze dai liberali radicali presi di mira da Orsina e Pera e lamenta l’occasione mancata nei decenni passati di una seria riflessione sul pensiero conservatore. Anche il Senatore Massimiliano Romeo si allinea pienamente agli altri nell’auspicio di un conservatorismo italiano con coraggio e sostegno alle piccole comunità che si oppongono al pensiero unico dominante e alle suggestioni provenienti da paesi totalitari quali Cina e Russia. La sintetica conclusione del Procuratore Domenico Airoma può essere riassunta nella necessità oggi di un conservatorismo che difenda l’uomo, perché senza l’uomo non c’è tradizione e nell’invito al prossimo seminario che si terrà nel mese di ottobre a Napoli. Un convegno dunque volto a stimolare la riflessione sulla cultura conservatrice e, per dirla con il Senatore Marcello Pera in apertura “Se alla fine di una giornata come questa i conservatori avranno un po’ più di coraggio a definirsi tali credo che avremo raggiunto già un buon risultato”.