Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Il vecchio adagio popolare ben sintetizza i risultati raggiunti nel corso di quest’ultimo anno dalla politica della cancelliera tedesca Angela Merkel, principale fautrice dell’accoglienza senza limite per migranti d’ogni sorta e provenienza.
Oltre ai tanti motivi d’ordine umanitario, così cari all’imperante retorica del politicamente corretto, uno dei motivi che ha spinto il governo tedesco ad accogliere oltre un milione di immigrati era rappresentato dalla possibilità di immettere sul mercato del lavoro interno una grande quantità di manodopera. E per di più a basso costo.
Una previsione che, tuttavia, i dati economici diffusi dalla stampa tedesca smentiscono clamorosamente. E’ lo stesso ministero delle Finanze ad assestare un colpo durissimo alla “narrazione” di Frau Merkel: nel 2017 – sostiene uno studio ministeriale – la disoccupazione in Germania aumenterà di 110mila unità. La causa? La forte immigrazione (testuale nella nota del ministero delle Finanze tedesco).
Una tendenza che, stando alle previsioni, dovrebbe continuare almeno fino al 2020: per allora i disoccupati in Germania dovrebbero essere 3,1 milioni a fronte degli attuali 2,86. E questo a dispetto di un contemporaneo aumento degli occupati, stimato in circa un milione di unità.
Ma ci sono anche altri numeri a smentire l’ottimismo della cancelliera sulla capacità di assorbimento della massa di immigrati riversatasi in Germania nell’ultimo anno: solo 54 – su un milione e centomila arrivati!- sono gli immigrati assunti dalle 30 principali aziende tedesche. Una capacità di assorbimento di forza lavoro decisamente inferiore – per essere buoni – rispetto a quella sbandierata dalla cancelliera.
Ed in questo quadro si inserisce nella Repubblica Federale anche il dibattito sull’innalzamento dell’età pensionabile. Secondo la Bundesbank entro il 2060 i lavoratori tedeschi dovrebbero raggiungere i 69 anni prima di andare in pensione. Questa al momento resta una proposta, mentre è certo l’innalzamento della soglia ai 67 anni entro il 2029.
Quel che appare evidente è che neanche sul fronte previdenziale l’immigrazione di massa sembra avere quell’effetto salvifico tanto sbandierato dai sostenitori di un mondo senza frontiere.
Ed in questo quadro si avvicinano le elezioni politiche del 2017: inutile dire che proprie le politiche pro immigrazione di Frau Merkel saranno uno dei temi centrali su cui saranno chiamati a pronunciarsi gli elettori tedeschi.
Nota: l’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto pubblicato dal quotidiano Bild lo scorso 12 agosto vede in calo sia la Cdu/Csu di Frau Merkel, al 31%, che la Spd, al 20,5%, mentre registra l’avanzata di Alternative für Deutschland che con il 13,5% dei consensi si attesta al terzo posto, lasciandosi alle spalle Linke (sinistra) e Verdi.