La fine ad orologeria imposta al finanziamento pubblico ai partiti e la sostanziale modificazione di quello privato impongo una riflessione lucida e disincantata.
Dai giornali militanti anti-casta già si evocano tutti i sistemi alternativi con i quali asseriscono il mondo partitico riuscirà a recuperare risorse per nulla inferiori a quelle attuali.
Mi astrarrei dalla guerra dei numeri per mirare invece ad un ragionamento più prettamente politico.
La politica italiana è stata in questi ultimi anni dominata da 2 blocchi di potere entrambi radicati in precisi recipienti economici, il primo legato al mondo delle cooperative rosse, dell’associazionismo e delle ultime vestigia dell’organizzazione territoriale che fu del Partito Comunista, dall’altra parte l’allora rampante politico in erba, detentore dell’universo Mediaset e Mondadori.
La nuove legge sul finanziamento pubblico ai partiti non viaggia infatti da sola ma potrebbe seguire le stesse logiche che la guerra alla dissidenza ideologica al bipolarismo costituito l’attuale governo sta architettando con l’Italicum.
Il fenomeno Le Pen in Francia ha aperto i riflettori su un movimento che vive da anni lontano da qualsiasi tentazione di inciucio con i neo-gollisti (il centro-destra francese), per nulla avvezza quindi ai ritorni amministrativi delle poltrone che contano, ma una volta analizzata al suo interno palesa come si sia per questo strutturata in forma completamente diversa da quella dei partiti italici. Le sedi vengono ospitate in realtà private, come già talvolta accade in Fratelli D’Italia, cariche e responsabilità non prevedono molto spesso emolumento o rimborso alcuno.
In Italia sembra che senza una sede fissa dove appoggiare il proprio ego il partito non esista, il progetto non possa considerarsi come serio, tutti gli sforzi vengono protesi alal campagna elettorale dove si sprecano i gazebi individuali, perdendo di vista come questo corpo invece nasca, sorga e si rafforzi nelle persone e nel proprio radicamento nella società.
Chi ha documentato come vive il Fronte Nazionale in Francia ha compreso come molto sorga dallo spontaneismo e dal sacrificio di persone assolutamente comuni, tradite dalle vuote e vane promesse dei gollisti.
E’ giusto lottare, in una realtà come la nostra dove i due blocchi di potere vorrebbero schiacciare qualsiasi voce indipendente, per non consegnare ulteriori mezzi pubblici a chi già ne vanta privatamente, non si può però nemmeno sottovalutare come in una realtà politica in sostanziale modificazione il coinvolgimento di soggetti colpiti e disillusi dal declino di credibilità del nostro sistema sia una chiave di mobilitazione, di energia indispensabile ad una nuova rivolta civile, un movimento che si è dimostrato politicamente confuso e inefficace come il Movimento 5 Stelle ha fatto la sua fortuna e qualcosa, almeno in questi termini, dovrebbe insegnare.
Il mai del tutto indagato campo dell’associazionismo amico alle logiche di spirito di servizio nazionale e popolare che animano i cuori dei militanti della destra italiana, non deve essere abbandonato.
Se nell’orgia di successi del ventennio berlusconiano nulla è accaduto è bene invertire decisamente la rotta. Chi ha vissuto all’ombra dell’ingombrante paternalismo dell’ex cav. di fronte alla sua ormai evidente cautela può restare in casa e sbattere infantilmente i piedi, uscirne ed emulare la vecchia forma partito, come vorrebbe Alfano, perdendo di vista i tempi che cambiano, o può cercare una propria strada, che riparta dal basso, forte di un patrimonio etico di idee che altri multiformi cantastorie possono solo disprezzare, perché non alla loro portata.
Il coinvolgimento di queste genuine energie, questa marea montante, chiederà presto delle risposte alla loro naturale insoddisfazione, dovesse bagnare le aride sabbie della sinistra camuffata in più volti (Sel/Tsipras, MS5) sprecheranno il loro potenziale di rinnovamento etico il cui urlo invoca.
Spetta a questo punto a tutti noi di lottare, senza le pretese dell’arcinota politica sprecona, per dimostrare come i messaggi, se validi, si canalizzano e si diffondano come una marea, e l’esempio francese, incentrato su tematiche quotidiane, affrontando problematiche concrete, anche senza l’ostentazione dei nostri simboli, deve essere l’humus di questa rinascita.