Mentre Gianfranco Fini riappare improvvisamente sul Corriere della Sera con una lettera seria, amara e parzialmente (solo parzialmente…) autocritica sulle vicende della destra politica, l’associazione Prima l’Italia organizza a Roma un’assemblea nazionale per “riaggregare la Destra in una nuova Alleanza per l’identità e la sovranità nazionale”. “Un vasto programma”, avrebbe commentato Charles De Gaulle.
Come i nostri lettori ben sanno, siamo scettici, molto scettici sulle ricomposizioni d’area — troppi i rancori, troppe le delusioni, troppi i personalismi, troppi gli errori — e nutriamo poche speranze su un “nuovo inizio” imperniato su un personale politico (siamo gentili) usurato e non eccelso, su un progetto basato su schemi culturali sorpassati: il manifesto del convegno — un po’ di destra sociale, identitarismo e banalità destriste — non è proprio entusiasmante…
Non è però un problema di “giovanilismo”, di date di nascita: come dimostra la triste realtà della destra dispersa, Azione Giovani e le altre sigle e siglette post-FdG non hanno generato nessun protagonista. Con le dovute eccezioni (Giorgia Meloni, riconosciamolo…) e le solite variazioni sul tema, non sempre il nuovo è il meglio e il vecchio non è tutto da buttare. Nella pattumiera s’infilano solo le cose guaste e i cibi scaduti… Ma le cose “buone”, sane, genuine dove sono? Domande aperte.
A fronte di un Berlusconi che crolla e un Salvini crescente — per fortuna, vi sono i ragazzi di Casa Pound e non i matti a presidiare il lato sovranista e movimentista —, la manifestazione dell’otto febbraio al cinema Adriano è, in ogni caso, un segnale positivo. Speriamo possa rivelarsi un primo momento di confronto tra diverse sensibilità. Speriamo che gli oratori (tanti e non tutti interessanti) non si attorciglino una volta di più nelle loro bolle autoreferenziali (e sui loro destini personali, ormai indifferenti agli elettori). Speriamo che i convenuti riflettano sui loro sbagli passati, sul loro presente e si concentrino (con un po’ di generosità, tanto hanno avuto in questo ventennio confortevole…) sul loro futuro privato. Speriamo che qualcuno lanci finalmente un segnale verso il domani (che apparterà, inevitabilmente, solo ai migliori) e si accorga che il mondo scorre veloce. Tutto cambia, tutto sta cambiando. Tutti siamo in ritardo.
Speranze. Certo. Certezze nessuna. Attendiamo domenica. Attendiamo qualche novità vera. Senza prevenzioni e senza illusioni.
le parole spese in questa nota sono la dimostrazione che diaspora a destra è tutt’altro che terminata. non comprendere che la frammentazione della destra ci porterà al suicidio consapevole e irreversibile è da irresponsabili. Facciamo un torto a tutti coloro che negli anni del dopoguerra non hanno ammainato il tricolore e hanno portato con coraggio le ragioni e le sensibilità anche diverse della destra italiana.
le mie considerazioni non sono dettate da interessi divergenti rispetto alla classe dirigente di Fratelli, non ho aderito perchè all’età di cinquant’anni non intendevo più spendere ulteriori energie nella diaspora.
la mia speranza è di poter ritornare a casa per continuare la mia attività politica. Purtroppo oggi non ci sono le condizioni.
Gennaro MAURO – capogruppo Popolo della Libertà comune di Rimini