Ribalterei il tema del referendum-flop: c’è un 20% di elettori in Italia interessato alla Giustizia al netto di una totale assenza di dibattito pubblico e vuoto di leadership. Otto/nove milioni di italiani hanno votato al referendum. Probabilmente sarebbero stati un po’ meno senza la comunali, ma significa che qualche milione di persone ha un interesse verso un tema che andrebbe valorizzato. E andrebbe valorizzato il voto di quelle persone che ancora credono nel sistema ripensando il concetto di quorum.
Non siamo più nell’epoca delle lotte di classe e dei partiti di massa. Stiamo transitando in un sistema di politica molto tecnica e verticalista: il referendum è un’immagine evidente del fatto che nessuno vuole più portare la “casalinga di Voghera” alle urne come emancipazione sociale. E molti si disinteressano totalmente alla vita pubblica.
Ma se c’è uno zoccolo duro di persone che ha votato, che si è informato e che ha partecipato alla democrazia, non può essere considerato un voto “inutile”. Il voto (tra l’altro anche combattuto) ha dimostrato che c’è voglia di dibattito ma non in maniera orizzontale. Valorizziamo chi lo cerca senza condannarlo come un giorno sprecato.