• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
giovedì 22 Aprile 2021
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Economia

Eccellenze nazionali/ Quegli italiani seri che costruiscono il mondo

di Fabio Fanecco
20 Dicembre 2014
in Economia, Home
2
Eccellenze nazionali/ Quegli italiani seri che costruiscono il mondo

C’è un’Italia di cui non si parla più, di cui si é persa l’identità. L’immagine del nostro paese è oggi
solo quella di un popolo allo sbando senza più i suoi punti di forza che ne hanno contraddistinto
l’immagine nella storia e nel mondo. La cronaca di tutti i giorni, così come l’aria che si respira, è
avvolta da un profondo pessimismo coadiuvata da un senso di frustrazione circa il modo con cui
stiamo vivendo questo lungo, massacrante, periodo di crisi e sul come riusciremo a venirne fuori.
Eppure anche in questi difficili momenti, non dobbiamo andare a cercare soltanto nel nostro
passato l’immagine di un paese diverso più laborioso, produttivo capace di diffondere valori,
acquisire stima, rispetto, considerazione agli occhi nel mondo. Sono questi i pensieri che mi
vengono nella mente comodamente seduto nella poltrona dell’aereo che da Singapore mi sta
riportando a Milano. Sono appena stato a svolgere un corso di leadership e motivazione per i
manager delle aree asiatiche del Gruppo CMC: una tra le più prestigiose aziende italiane del
settore delle costruzioni. Ci sono andato come docente della ALMA Bologna Business School,
l’ateneo che ha avuto l’incarico dall’azienda di sviluppare un percorso formativo su tematiche
manageriali finalizzate a incrementare il livello professionale del suo personale in Italia e nel
mondo.
Il mese prima ero stato a svolgere il corso a Johannesburg mentre a inizio settembre ho iniziato
l’attività con il management italiano di Ravenna dove CMC ha la sede.
Sfoglio la brochure aziendale e la prima riflessione è quante infrastrutture, dighe, ponti, alberghi,
centri commerciali, alberghi, porti le aziende italiane, come CMC, abbiano saputo progettare e
costruire nel mondo a dispetto di quell’immagine di incapacità che noi abbiamo oggi del nostro
paese. E’ incredibile osservare quanti segni, quante testimonianze del nostro ingegno della nostra
capacità progettuale e costruttiva abbiamo seminato nel mondo. Sono elementi tangibili questi, che
non possono che farci riflettere, anche in momenti difficili come questo.
Ma i progetti ci sono anche oggi. Stiamo infatti esportando una bellissima immagine dell’Italia che
non è non relegata solo ai vestiti e alle auto di lusso e che ci fa sentire importanti e riconosciuti
all’estero solo per il made in Italy. In questo caso il concetto è meno effimero e più complesso. Ci
sono infatti progetti e opere di cui non parla nessuno, perché le cose positive hanno smesso per
noi di fare notizia. Ma sono opere che testimoniano nel tempo il nostro passaggio e stigmatizzano
la nostra capacità realizzata nonché imprenditoriale. A Singapore per esempio si stanno
realizzando due nuove stazioni della metropolitana a 23 metri sotto il piano di campagna. L’opera è
composta da due lotti, il primo prevede la realizzazione di una linea doppia canna di 2.800 metri, il
secondo di 1400 metri di linea.
Il progetto è impegnativo e gli ingegneri di CMC si trovano tutti giorni ad affrontare problemi tecnici,
imprevisti di cui nessuno immagina la complessità e cosa significa poterli risolvere e in tempi brevi
per non aggravare costi e tempi di realizzazione. Sono dei piccoli miracoli, legati anche alle
capacità dei nostri ingegneri italiani che non riempiono le pagine di cronaca dei giornali. E’ gente
anonima abituata a vivere fuori casa, a rivedere i propri genitori, in alcuni casi anche mogli e figli
solo due, tre volte l’anno a trascorrere il Natale in paesi e culture così lontane dalle nostre ma
lavorando duro, con caparbia come noi italiani sappiamo fare.
A Seven in South Africa, si sta costruendo una imponente centrale idroelettrica che avrà una
capacità di 1.340 MW ed un accumulo di energia pari a 21.000 MWh. L’opera include la
realizzazione di un canale di adduzione, di due tunnel di carico di circa 2.000 metri, di una centrale
in caverna che alloggerà quattro pompe/turbine da 335 MW ciascuna e di una seconda caverna
che alloggerà i trasformatori. I lavori comprendono anche la costruzione di un tunnel di scarico di
2.450 metri, dei pozzi di ventilazione e piezometrici, del canale di scarico e delle opere di presa a
monte e a valle. E poi ce ne sono altri, in Cina, Angola, Algeria, Zambia, Cile, Mozambico oltre che
ovviamente in Italia.
Si lavora duramente dappertutto. E a dispetto di come talvolta ci vediamo, intolleranti con
extracomunitari ecco invece che i nostri tecnici, ingegneri, responsabili di cantiere italiani lavorano
fianco a fianco con altre risorse locali, sanno farsi capire e raggiungere l’obiettivo facendo squadra
anche con chi parla lingue differenti, con chi ha un diverso colore della pelle e modi di vivere
distanti anni luce dai nostri. Eppure, nonostante tutte le barriere, si riesce lo stesso ad andare
avanti a completare i progetti. E a farne di fantastici.
Che strana sensazione che ho avuto nel vedere questa parte d’Italia dall’esterno. Specialmente
ora. Mi sento come un’astronauta che a bordo della navicella spaziale ha visto per la prima volta
la terra così lontana e minuta. Tutta così piccola a livello di dimensioni ma da cui provengono vita
ed emozioni che la fanno diventare immensa anche al cospetto dell’universo che la circonda. Così
è stato nel parlare e nel conoscere le persone che ho incontrato. Gente fresca, positiva,
“committed” per dirla all’anglosassone. Taluni si sono trasferiti portando la rispettiva consorte
dall’Italia altri invece si sono costruiti la loro famiglia in giro per il mondo durante il loro peregrinare
nel seguire i vari progetti e cantieri dell’azienda. E fa specie sedersi a tavola e conoscere i loro figli
che, a dispetto dei loro papà, hanno gli occhi a mandorla o sono scuri di pelle ma parlano italiano e
taluni di loro con un perfetto accento romagnolo. A festeggiare la fine del corso con loro si sono
unite le loro famiglie. Ci sono mogli cinesi, thailandesi, russe, africane. Una volta seduti a tavola ci
si è sentiti tutti un’unica famiglia la cui nazionalità non ha importanza perché ci ha unito un senso
di fratellanza, di cameratismo di rispetto e partecipazione che è stato evidente, palpabile e non ha
mai fatto sentire un’estraneo, un intruso fuori posto, anche me, che non lavoro per la CMC e sono
un “lumbard” di Milano.
Noi Italiani sappiamo essere competitivi a dispetto del low cost. I Cinesi e gli altri concorrenti del
far east quando quotano un progetto picchiano duro con il prezzo. Ma noi sappiamo essere
competitivi con la nostra progettualità, con la tecnologia che proponiamo per realizzare un
cantiere, per le soluzioni che sappiamo proporre e che ci rendono tra i più affidabili e concreti. E’
questo il nostro vantaggio competitivo e i clienti questo lo capiscono.
Se ripenso al corso che ho svolto sulla motivazione mi viene da sorridere. Ho incontrato a
Bologna, in Sud Africa e a Singapore più gente motivata lì che in vent’anni di peregrinare tra le
aziende della Brianza. Gente pratica, dinamica che ascolta che ha voglia di capire, anche se è di
sabato e di domenica perché negli altri giorni c’è il cantiere o un aereo da prendere per andare
lontano seguire un altro progetto. Mi domando allora che ne è di questa vitalità in Italia ? Perché
non ci accorgiamo di quello che in realtà siamo e sappiamo fare ? Che aspettiamo a rimetterci in
riga imparando da questi ragazzi che non hanno nulla da invidiare in termini di intraprendenza,
voglia di fare senso del dovere, acume, visione prospettica, a loro coetanei che possono vantare
titoli accademici delle più blasonate business school internazionali ? L’aero inizia la sua discesa
verso Malpensa e avverto che ho lasciato qualcosa. E’ quella parte di paese che è rimasta
oltreoceano ma che vorrei rivedere all’opera anche adesso in Italia, da domani. Dai, vuoi vedere
che questa è la volta buona che riusciamo a ritrovare noi stessi.

Tags: AfricaarchitetturaAsiaCinaCMCediliziaingegnerialavoroSingaporeSud Africa
Articolo precedente

Partire 4/ Con Giorgio Ballario. Dalle vette alpine ai caveau di Nizza. Nel segno del noir

Prossimo articolo

Partire 5/ La destinazione più trendy dell’inverno: R’hyeh, l’isola che non c’è

Fabio Fanecco

Correlati Articoli

MIO Italia/ Il governo chiarisca su aperture locali. Tutti debbono poter lavorare
Economia

MIO Italia/ Il governo chiarisca su aperture locali. Tutti debbono poter lavorare

di Redazione
20 Aprile 2021
0

«MIO Italia chiede immediati chiarimenti sulle riaperture del comparto dell’ospitalità a tavola  del 26 aprile. Non esistono, infatti, ristoranti, bar,...

Leggi tutto
Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

19 Aprile 2021
G. Gaiani/ Frontex avverte: in arrivo una nuova ondata di migranti irregolari

G. Gaiani/ Frontex avverte: in arrivo una nuova ondata di migranti irregolari

18 Aprile 2021
Le tante Afriche (piene d’opportunità) che l’Italia non vede. Il nuovo saggio di Marco Valle

Le tante Afriche (piene d’opportunità) che l’Italia non vede. Il nuovo saggio di Marco Valle

18 Aprile 2021
Carica altro
Prossimo articolo
Partire 5/ La destinazione più trendy dell’inverno: R’hyeh, l’isola che non c’è

Partire 5/ La destinazione più trendy dell'inverno: R'hyeh, l'isola che non c'è

Commenti 2

  1. Claudio Serangeli says:
    6 anni fa

    Caro Fabio, un articolo interessante e che non stupisce. Di itliani in gamba, soprattutto in giro per il mondo, ve ne sono molti, direi sempre di più. Quello che non funziona, infatti, è l’Italia, non gli italiani. Le società vincono le gare all’estero ma per lavorare qui devono sottostare alla regole locali e questo vuol dire “Expo di Milano” o “Mafia Capitale” (prese solo come esempio). Mi dirai che non tutto è così, e forse è vero, ma ogni giorno ci svegliamo e leggiamo dell’ultimo arresto, dell’ultimo corrotto scoperto. L’altro giorno alla radio ho pure sentito Fiorito fare la morale ai “DELINQUANTI” di Mafia Capitale, e questo mi ha dato l’ultima spinta per cercare un lavoro fuori da questo paese che permette e ha permesso a pochi di rubare molto e a molti di affrontare con sempre maggior difficoltà la vita di ogni giorno. Tu dici che vi siete seduti intorno a un tavolo tutti insieme, italiani, mogli e figli cinesi africani thailandesi e russe.Tranne queste ultime (forse) come credi che sarebbero trattate le altre nel nostro paese, a casa di quegli uomini che sono andati a lavorare tenedo alto il nome degli italiani, con Salvini che imperversa? Credi realmente che potrebbero fare una vita normale, che potrebbero passare tranquillamente per una manifestazione di Casa Pound? Per loro e per i loro Mariti e Padri è meglio rimanere fuori e li tenere alto il nome di quella italianità che in Italia si avvia a non esistere piu.

    Rispondi
  2. Fabio says:
    6 anni fa

    Caro Fabio, la vitalità ed energia in Italia si esaurisce nel correre dietro alla burocrazia, nel compilare moduli, nel perseguire autorizzazioni e svicolare dai legacci che i nostri si sono inventati per giustificare authority, cariche e poltrone. Poi gli adempimenti fiscali e la concorrenza sleale.
    Quando arriva i momento di pensare alla tua attività, al tuo core business, arrivi sfiancato.
    Ecco la differenza tra lavorare nel BelPaese piuttosto che a Johannesburg o a Singapore.
    Non resta che citare Amatore Sciesa: tirémm innànz.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Armeni, il genocidio negato. Una videoconferenza per non dimenticare

Armeni, il genocidio negato. Una videoconferenza per non dimenticare

21 Aprile 2021
Corrado Ocone/ I deliri di Grillo travolgono Letta e “Giuseppi”

Corrado Ocone/ I deliri di Grillo travolgono Letta e “Giuseppi”

21 Aprile 2021
Il football dei magnati contro il calcio del popolo

Il football dei magnati contro il calcio del popolo

21 Aprile 2021
Tempi nuovi in Germania: la Merkel  tramonta, Annalena Baerbock s’impone

Tempi nuovi in Germania: la Merkel tramonta, Annalena Baerbock s’impone

21 Aprile 2021

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Sicilia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In