Sostenere, come ha fatto Mara Carfagna, che i rincari energetici sono dovuti all’invasione russa dell’Ucraina è una manovra quantomeno superficiale. Per chi segue un minimo la politica energetica, i rincari sono iniziati in modo molto pronunciato già dall’anno scorso, ben prima che Putin decidesse di dare il via alle operazioni militari. Ora, invece, siamo di fronte a un duplice problema: il primo è chiaramente l’invasione, e quindi la crisi ne consegue, il secondo è una speculazione abbastanza evidente messa su da chi – ahimé legittimamente – lucra su quanto accade. Cosa tra l’altro del tutto preventivabile ma che come al solito noi viviamo come se fosse una valanga inimmaginabile
Infine, continuo a ritenere abbastanza ipocrita dire che i rincari energetici siano colpa della Russia, perché Mosca non ha bloccato i flussi di gas fino a oggi. Semmai l’Europa – e che qualcuno per la miseria dica “Si, ci sacrifichiamo per indebolire Mosca” invece di raccontarci la favola del lupo cattivo – ha fatto una scelta: rompere i legami con il gas russo e cercare altre fonti. E tutto questo ha chiaramente un costo. Non avere il coraggio di sostenere le proprie scelte e le conseguenze è un pessimo modo di vivere, oltre che di ragionare… e da chi sostiene la logica del “lacrime e sangue” di churchilliana memoria, ci si aspetta un po’ meno vittimismo.
Ben detto.