L’assalto all’ambasciata britannica di Teheran ha prodotto un’escalation di reazioni le cui conseguenze possono essere imprevedibili. I rapporti tra Unione europea e Iran sono ai minimi storici, e anche il governo italiano ha deciso di ritirare per consultazioni, come si usa dire in questi casi nel linguaggio diplomatico, l’ambasciatore Alberto Bradanini. Allo studio dell’Ue, una serie di sanzioni, mentre la Farnesina avverte i nostri connazionali presenti nel territorio della repubblica islamica di “alzare il livello di attenzione, evitando di avvicinarsi a moschee, processioni religiose e altri assembramenti”. Tutto questo dopo che nella mattinata di oggi l’incaricato d’affari iraniano a Roma Mehdi Akouchekian era stato convocato dal Ministero degli Esteri. Al diplomatico era manifestata la “durissima condanna da parte del governo italiano dell’episodio di violenza gravissimo ed assolutamente intollerabile verificatosi alle strutture dell’Ambasciata britannica a Teheran”. Da parte iraniana era stato espresso “rincrescimento per i comportamenti “inaccettabili”, tenuti dai manifestanti, nei confronti dei quali – aveva spiegato il diplomatico iraniano -, verranno adottate misure urgenti e necessarie”. Egli ha inoltre garantito, a nome del suo Governo, l’impegno a proteggere e salvaguardare gli uffici diplomatici e consolari a Teheran e il relativo personale”. Ma evidentemente le rassicurazioni formali non sono bastate ed una nuova crisi internazionale sembra delinearsi all’orizzonte.
L’Atlantismo non è una fede religiosa
Ormai non ci facciamo più caso, ma sui media non cessa l’ossessivo e quotidiano messaggio sull’Occidente minacciato da Est, da...
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È un momento di debolezza per l’Iran.
C’è contrasto tra la “Guida suprema” ayatollah Ali Khamenei e il “Presidente” Ahmadinejad.
Probabilmente sotto traccia cova ancora la ribellione che risale alle contestate elezioni del 2009.
La gravità degli attentati subiti, l’umiliazione, potrebbe anche portare ad una caduta del regime. Solo che, quale fazione avrà il sopravvento?
L’odio contro l’occidentale potrebbe essere usato come collante per rafforzare le fila degli oltranzisti. A prescindere dall’esito finale, questi potrebbero avere o cercare comunque qualche “momento di gloria”.
Meglio tenere i nostri a casa.
Penso che non si possa essere certi d’una propedeutica destituzione del governo siriano; è possibile che l’invasione dell’Iran sia imminente quindi bisognerà vedere se l’Italia avrà un sussulto d’orgoglio e si chiamerà fuori o se si accoderà come è successo in Libia, esempio recente ma non isolato… Certo che l’esito è scontato se a dover decidere sarà questo “governicchio” tecnico il quale, per ciò che attiene alla politica estera e agli armamenti, non si può ovviamente dire molto autorevole. Videbimus!
Decisione sbagliata. Sarebbe ora di non scimiottare i nostri “alleati” anche perchè, bisogna ammettere, che quello occidentale è un sistema corrtotto, giunto ormai al capolinea e che ha gli anni contati. Non dimentichiamoci che la guerra scatenata in Libia contro Gheddafi in realtà è stata un’azione contro l’Italia per il fruttuoso accordo – soprattutto commerciale e vantaggioso per noi- fra Berlusconi e Gheddafi.