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Home Arte&Artisti

Estate 1982. Con “E già” Lucio Battisti si separava per sempre da Mogol

di Fabio S. P. Iacono
17 Giugno 2022
in Arte&Artisti, Home
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Estate 1982. Con “E già” Lucio Battisti si separava per sempre da Mogol
       

L’estate del 1982 era ormai al termine una delle due ragazze “Janet”, una bella ragazzona di un paio d’anni più grande di me, olandese dell’Aia alla quale devo l’iniziazione erotica a Lignano Sabbiadoro, era rientrata nei Paesi Bassi, la seconda, elegante bionda locale dagli occhi verdi si apprestava a sostituirla, in una mite serata urbana di fine estate mi informa dell’uscita del XV album di Lucio Battisti. Con “E già” della casa discografica Numero Uno, registrato da Battisti per la prima volta senza la collaborazione di Mogol, come indicato nella copertina, le canzoni del disco furono scritte con la moglie Grazia Letizia, che si firmò con lo pseudonimo di Velezia (Veronese Letizia Grazia). I testi dell’album sono semplici e diretti e trattano argomenti essenzialmente autobiografici: la nuova attrazione e curiosità per il windsurf (Windsurf Windsurf), l’amore per l’ascolto e la registrazione della musica (rispettivamente Hi-Fi e Registrazione). Quello che in generale ne risulta e si evidenzia dalle tracce di registrazione è lo stato d’animo di Battisti di quel periodo: freschezza e gioiosità, quasi una rinascita, un ritorno alle origini, per essersi scrollato di dosso un passato gravoso e non più corrispondente alla sua identità artistica.

Ancora sulla copertina, Battisti ringrazia diverse persone di averlo informato su temi che evidentemente debbono aver influenzato i testi dei brani e le scelte musicali: “Carlo Brivio: architettura post-modern; Brambilla: religioni indiane; Adriano Pappalardo: corsa e ritmo musicale; Francesco Fanti: illuminismo; Mario Veronese: il fantastico-tecnico; Gianluca Rastelli: poesia americana del Novecento; Dario Massari: la possibilità monotonale”.

È l’incisione della svolta di Battisti, che inaugura così la sua fase sperimentale e non tornerà più a comporre “pezzi di massa”, per mezzo dei quali aveva deliziato il pubblico durante la collaborazione con Mogol; già dal primo brano dell’album Battisti volle far sapere che nulla sarebbe stato come prima: La sostituzione di Mogol nel ruolo di autore, insieme all’evidente volontà di rottura con il passato e alla natura autobiografica dei testi, all’epoca portò ad interpretare una frase del disco come un riferimento polemico all’ex collaboratore: nella canzone Mistero, ritenuta dalla critica un elogio alle qualità umane e artistiche della moglie e neo-paroliera Grazia Letizia, si trova infatti la frase “Io mi ero lasciato entusiasmare / da quel tipo intellettuale e appariscente / che in fondo in fondo non valeva niente / una cosa che non so capire davvero”. All’origine della separazione artistica ci sarebbero stati dissapori, divergenze e contrarietà: in realtà il tutto si è concretizzato senza contrasti. D’altra parte nello stesso disco sembra essere presente un riconoscimento proprio nei confronti di Mogol, che Battisti spesso chiamava scherzosamente “il poeta”: nell’incisione si sente infatti “da Paul McCartney ho imparato a cantare / […]  / da Dylan a dire quello che mi pare / e dal poeta ad alleviar l’umanità”.

 La strada dell’innovazione e del cambiamento era iniziata, si manifesta chiaramente nell’album per mezzo di arrangiamenti, chiaramente influenzati dal synth pop: vengono usati esclusivamente suoni sintetici e Greg Walsh, realizzatore insieme a Battisti dell’arrangiamento, è anche l’unico musicista dell’album che è realizzato interamente con tastiere, sintetizzatori e batteria elettronica. Il disco, nonostante le notevoli differenze rispetto ai lavori precedenti, venne pubblicizzato poco e in modo distratto, appoggiandosi evidentemente al blasone di Battisti, ottenne un discreto successo, piazzandosi quattordicesimo nella classifica annuale degli album più venduti in Italia nel 1982, raggiungendo come apice nella classifica settimanale il primo posto. Diversamente il singolo E già/Straniero, pubblicato il 14 settembre 1982, passò quasi inosservato, raggiungendo solo il settimo posto della classifica italiana e sarà cinquantaduesimo alla fine dell’anno. Le immagini di copertina fanno parte del servizio fotografico realizzato da Gered Mankowitz su un’idea di Battisti nella spiaggia di Mother Ivey’s bay, in Cornovaglia (Regno Unito). Le faccine sorridenti in copertina sono state illustrate dal figlio di Battisti, Luca. L’album è stato registrato utilizzando solo computer e strumenti elettronici senza musicisti. L’unico musicista accreditato è Greg Walsh, che ha suonato, programmato le tastiere, il sintetizzatore e la batteria elettronica.

Lato A

  1. Scrivi il tuo nome 
  2. Mistero 
  3. Windsurf windsurf 
  4. Rilassati e ascolta 
  5. Non sei più solo 
  6. Straniero 

Lato B

  1. Registrazione 
  2. La tua felicità 
  3. Hi-fi 
  4. Slow motion 
  5. Una montagna 
  6. E già 
 
Tags: Lucio BattistiMogolmusica
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Fabio S. P. Iacono

Intellettuale di origini bizantine, franche e normanne. Ha pubblicato le seguenti opere: "Il sole dietro il sipario" (Sovigliana Vinci 1990), in seguito non riconosciuta; "Nostalgia iperborea" (Melegnano 1999); "Antologia uranica" (Modica 2003); "L'occhio siderale 2003-2004" (Modica 2005); "l'occhio siderale 2005-2008" (Modica 2009); "L'Occidente tra dissoluzione e disgregazione. Quale ricomposizione etica, politica ed economica?" (Accademia Nazionale della Politica Ragusa 2012); "L'occhio siderale 2009-2014" (Fondazione Grimaldi Modica 2014); "Il cigno reale" (Sulmona 2017); "Assemblage: Quasimodo, Brancati e Vittorini filtrati da un dandy. Il centro polare artico 1999-2018" (Romagnano al monte 2019); "Orientamenti dell'aquila" (Romagnano al monte 2021); "Polaris" (Sulmona 2022); "Nessuno allo specchio. Luce del nord flamma non urens" (Sulmona 2022). E' stato corrispondente e inviato per Teleiblea, ha scritto per Il Conservatore.com e per Nazione Futura.it, scrive anche per Oltre la Linea.news.

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