L’immigrazione è un tema centrale nell’attuale dibattito politico – e non solo – italiano, ma sono ben pochi i casi in cui questo delicato argomento è affrontato ed esaminato in una prospettiva che non sia quella della mera gestione immediata dell’emergenza. O, al massimo, sotto il profilo dell’ordine pubblico. Prova, invece, ad inquadrare il fenomeno in una più ampia prospettiva storico-politica Tommaso Indelli, autore di “Europa e immigrazione”, un agile pamphlet caratterizzato da una riflessione libera dagli schemi del “politicamente corretto”. Snello e di agile lettura, il volumetto si caratterizza per un apparato di note estremamente ricco, tanto da costituire un vero e proprio “libro nel libro” dedicato all’approfondimento di numerosi aspetti storico-giuridici legati al fenomeno migratorio.
Con un ritmo serrato l’autore smonta, con costanti riferimenti a ricerche storiografiche e dati, i principali miti fondanti della teoria delle “porte aperte” all’immigrazione di massa verso il Vecchio Continente. Dall’abusato ritornello di “anche gli italiani emigravano” alla teoria che vede nell’impero romano un precursore della civiltà multirazziale che si prefigura oggi in Europa, non c’è argomento che sfugga al vaglio critico di Indelli. L’autore, docente di Storia Medievale presso l’Università di Salerno, contribuisce poi, sulla scorta delle più recente elaborazione storiografica, a sfatare molti luoghi comuni che si rincorrono oggi sui media, ridimensionando i traguardi ed i primati della civiltà islamica medievale, così spesso vantati dai cantori di una società priva di confini per sostenere la tesi della benefica “contaminazione” tra culture differenti. Anche con quelle più diverse da quella europea, islamica in primis. Ed è certamente questo uno dei passi di maggiore interesse, oltre che attualità, del pamphlet oggetto di questa breve recensione.
Tommaso Indelli
Europa e immigrazione
Ppgg. 116, euro 12,00
Editrice Gaia, Salerno 2017