Un Ezra Pound rock che salverà il mondo? Il suo pensiero, pur se datato al secolo scorso, appare di estrema attualità nel fotografare la realtà economico sociale del nostro tempo.
Un Pound filosofo ed economista che può considerarsi maestro di anticonformismo etico di personaggi come Bukowski, Allen Ginsberg e Pasolini; un poeta libertario che piace ai divi del rock come Patti Smith e i Velvet Underground che lo leggono e lo citano; un polemista anti-Fallaci, portatore di un messaggio di dialogo tipicamente mediterraneo, anti-sciovinista, e contro ogni xenofobia e pregiudizio. Questo vien fuori dal saggio provocatorio e dissacrante di Adriano Scianca — una bella intelligenza ribelle — scritto in modo incalzante e lucido. Un’analisi a tutto tondo — impreziosita da una densa recensione di Pietrangelo Buttafuoco — sul pensiero del poeta di Hailey, che odia non solo i banchieri e l’usura, ma i tabù sessuofobici e le ossessioni bigotte, che ama l’Italia e fa profonda autocritica del suo “presunto” anti-semitismo. In un pout pourri di visioni e denuncie, profezie e appassionati ammonimenti da farlo sembrare un personaggio a metà fra il professor John Keating de L’Attimo Fuggente e l’Adrian Cronauer di Good Morning Vietnam. Un vecchio saggio che, come diceva il colonnello Kilgore di Apocalypse Now, “fa surf”.
Adriano Scianca
Ezra fa surf – Come e perché il pensiero di Pound salverà il mondo
Zero91, Milano 2013
pagg. 320, Euro 15,00