Il risultato alle elezioni amministrative e la debacle del centrodestra ai ballottaggi, dimostra la necessità di ripensare parte dell’offerta politica della coalizione onde evitare che ciò a cui abbiamo assistito in questi giorni rappresenti l’anticipazione di quanto può accadere alle politiche del 2023. Al netto di quanto dicono i sondaggi che attestano una maggioranza di centrodestra, l’esito delle amministrative rappresenta un campanello d’allarme che testimonia come un conto siano i sondaggi, un altro le urne. Lo scenario di una grande coalizione progressista che unisca Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e una gamba moderata composta da Calenda, Renzi, +Europa ed altre componenti, è uno scenario sempre più plausibile.
Al tempo stesso una riforma della legge elettorale in senso proporzionale è molto più di un’ipotesi. Se ciò si verificasse per il centrodestra la vittoria sarebbe tutt’altro che scontata anche perché la retorica della destra neofascista e vicina a mondi estremisti tornerebbe prepotentemente in auge come avvenuto lo scorso anno con le elezioni regionali in Emilia Romagna e nelle ultime settimane. Il tentativo di creare un cordone sanitario intorno alla coalizione mobilitando gli italiani contro il “pericolo nero”, potrebbe portare il centrodestra a ottenere un buon risultato ma non sufficiente per governare il paese.
Onde evitare che si verifichi questo scenario, è necessario interrogarsi su cosa non ha funzionato e prendere per tempo le necessarie precauzioni onde evitare di arrivare alle politiche impreparati. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica a febbraio, si aprirà de facto la campagna elettorale e una strategia a medio/lungo termine non è più rimandabile.
I tempi sono maturi per una destra conservatrice nei valori ma aperta alle sfide del presente e del futuro, che sappia declinare una propria agenda economica (meno tasse e burocrazia, tornare a parlare a imprese, partite iva, commercianti ma che sia anche vicina alle esigenze dei ceti più deboli) evitando derive estremiste e mondi complottisti.
Le amministrative ci hanno dimostrato (semmai ce ne fosse stato bisogno) che certe minoranze rumorose sui social, sono in realtà controproducenti poiché non solo sono ininfluenti da un punto di vista elettorale ma contribuiscono ad allontanare potenziali elettori di centrodestra.
Un partito conservatore italiano dovrebbe avere una visione non solo in politica interna ma anche estera con una forte credibilità sui temi affrontati con credibilità. La credibilità deve essere il punto da cui ripartire, riuscire a mettere in campo idee, propose e persone rispettate, non solo oneste ma anche preparate e influenti. È partendo da questa prospettiva che occorre affrontare una battaglia importante come quella sulla libertà che non deve però essere in contraddizione con il tema della salute. Salute e libertà devono convivere, pensare che si possa fare a meno dell’una o dell’altra sarebbe sbagliato.
Così come è sbagliato regalare la cultura e l’ambiente alla sinistra. Una destra conservatrice non può sottovalutare questi due temi e, non declinare una proposta di conservatorismo verde, significa perdere da qui ai prossimi anni milioni di voti delle giovani generazioni. Al tempo stesso non si può dimenticare il sostegno alla famiglia e la difesa dei valori cattolici in una società sempre più secolarizzata e priva di etica.
Occorre una destra che abbia il coraggio di intraprendere battaglie anche difficili nel breve periodo ma che premiano nel medio e lungo termine, una destra con una forte visione non solo del presente ma anche del futuro. Una destra in grado di guardare alle sfide del domani ma con i piedi ben saldi nella propria storia.
Francesco Giubilei, Nazione Futura, 20 ottobre 2021