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Facciamoci del male. Ovvero, come devastare le montagne d’Abruzzo

di Stefano Orlandini
2 Marzo 2015
in Home, Terra Madre
0
Facciamoci del male. Ovvero, come devastare le montagne d’Abruzzo
       

Due casi scuola di come si possano utilizzare i fondi europei per distruggere il capitale naturale della montagna appenninica: il caso dell’Abruzzo.

Da cittadino che vive in Abruzzo e appassionato di montagna sono testimone da un paio di anni di un revival anacronistico … quello che assegna all’industria dello sci da discesa il compito di rivitalizzare e rilanciare lo sviluppo delle economie depresse di paesi e zone dell’Appennino centro meridionale. Sono in fase progettuale alcuni piani di sviluppo di altrettanti comprensori sciistici che oggi languono principalmente per mancanza di mercato e ironia della sorte…… di neve !

A fronte di un continuo incremento dei numeri del turismo naturalistico escursionista che ormai in Abruzzo attira sempre piu’ visitatori anche dall’Europa, gli amministratori locali fanno di tutto per ignorarlo e anzi provocarne il fallimento visto l’impegno messo da essi nel distruggere il capitale che lo sostiene vale a dire l’ambiente naturale. Parlo di Abruzzo perche’ qui vi sono amministratori che vaneggiando propongono di spendere 162 milioni di Euro di fondi europei e pubblici per costruire una serie di cabinovie e funivie in grado di mettere in collegamento Castel di Sangro con Roccaraso , Passo Godi e Scanno !

Un vero delirio se si pensa che Passo Godi e Scanno mettono insieme cinque piste sciabili per non piu di 40 giornate a stagione per mancanza di neve. La scorsa settimana ero a Scanno: compreso chi scrive non vi erano piu’ di dieci persone ad utilizzare la seggiovia del Carapale …. E’ ovvio che progetti come questo hanno la loro ragione d’essere solo negli interessi di politici spregiudicati per non dire di peggio e delle aziende interessate ad eseguire i lavori senza alcun credibile studio di sostenibilita’ economica futura.

Al Terminillo, per non lasciare solo all’Abruzzo il triste primato dello spreco di denari pubblici si pianifica un’altrettanto oneroso e fallimentare progetto di rilancio sciistico. Il progetto di comprensorio “Terminillo Stazione Montana”, non è un semplice ammodernamento di impianti vetusti o obsoleti ma è un Piano articolato che tende ad avviluppare l’intera montagna con opere ad alto grado di antropizzazione che andrebbero ad impattare i siti di interesse comunitario (SIC) della Rete Natura 2000 il sistema che l’Europa ha creato per conservare la natura ed i paesaggi del vecchio continente. Sessantacinque in questo caso i milioni di Euro previsti per il finanziamento del progetto, anche qui ovviamente fondi europei e pubblici del resto quale oculato imprenditore scommetterebbe un euro dei propri quattrini in progetti senza sostenibilità?

Quando si parla di sostenibilità di un progetto bisognerebbe sapere in previsione chi sarà in grado di sostenerlo: non certo i Comuni e gli Enti pubblici che non ce la fanno più a espletare nemmeno l’ordinario, non hanno un soldo e sono costretti a tagliare anche i servizi indispensabili al cittadino. Quindi le spese di questi megaprogetti, una volta completati, su chi ricadrebbero quando la neve (che non cade piu’ a sufficienza ) dev’esser prodotta con bacini artificiali , cannoni sparaneve e la necessaria energia elettrica ?

E se le temperature non permettessero nemmeno la produzione di neve artificiale ? Interi bacini sciistici alpini fanno fatica e spesso non riescono a chiudere in pari i loro conti (vedere quanto spende la Provincia Autonoma di Trento per sovvenzionare il turismo invernale in perdita…) ma localita’ come Scanno o il Terminillo sono pronte a sperperare milioni di euro per inseguire un sogno che anche sulle Alpi rischia di trasformarsi in incubo.

Una piccola riflessione conclusiva. Vale la pena rammentare che in questo agitarsi di politici indaffarati a procurare business ad imprenditori amici e ad arrampicarsi sugli specchi per convincere un’opinione pubblica ormai sospettosa perche’ adusa a veder sorgere queste cattedrali nel deserto — vero inno allo spreco ed al malaffare — si staglia pericolosissima la filosofia renziana dello “Sblocca Italia” semplicistico toccasana per far ripartire l’economia e riluce il ruolo sempre piu’ smaccato di una organizzazione come LEGAMBIENTE ( ormai ex associazione ambientalista…) la quale giustifica questi progetti (come fa la sua sezione di Rieti per il progetto Terminillo ) o addirittura li promuove come nel caso delle devastazioni provocate dall’eolico e dal fotovoltaico industriali. Ci chiediamo allora …vi è ancora qualcuno sulla scena politica italiana che abbia il coraggio di appoggiare le lotte di associazioni e comitati di cittadini, oppure l’ambiente naturale, la biodiversita’, i valori del paesaggio , della salute, della vivibilita’ nel nostro paese non interessano a nessuno e possiamo quindi rassegnarci a passare senza soluzione di continuita’ dalle politiche di Berlusconi a quelle di Renzi e Realacci ? Politiche che rischiano di farci rimpiangere Altero Matteoli il piu devastante Ministro dell’Ambiente mai avuto da questo paese….

Tags: AbruzzoAltero MatteoliambienteLega AmbientemontagnaTerminilloturismo
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