Una folla enorme, colorata e festante ha invaso sabato scorso le strade di Parigi e Lione per protestare contro i deliranti provvedimenti sulla famiglia voluti dal governo socialista di François Hollande. Una manifestazione imponente che ha imbarazzato una volta di più il sempre più impopolare presidente e i suoi ministri (in particolare Manuel Valls) che, in mancanza di argomenti validi, hanno accusato i dimostranti di “Manif pour tous” di comportamenti xenofobi, integralisti e, perché no?, fascistoidi.
Un’idiozia. L’ondata rosa-blu (i simboli dei due sessi) è un movimento plurale, apolitico e interconfessionale e non è la riedizione dell’eterno scontro franco-francese tra progressisti “illuminati” della capitale e reazionari “vandeani” di provincia. È una cosa diversa, differente e — se possibile — più profonda. La rottura è trasversale ai partiti e alle religioni. Alle geografie e alle culture d’appartenenza.
L’altro giorno, mentre il servizio d’ordine allontanava i militanti dei vari gruppetti militanti, uno spezzone importante del lungo corteo inalberava striscioni in francese e in arabo che ricordavano come “Les français musulmans disent non au marige homo”; a Lione l’arcivescovo, il cardinale Philippe Barbin, ha sfilato accanto al rettore della Grande Moschea, Kamel Kabtane.
Tra gli obiettivi dei manifestanti la cancellazione del programma sperimentale scolastico “ABCD”, uno strambo provvedimento che dovrebbe spiegare ai bimbi delle elementari come “scegliere liberamente se diventare uomo o donna”, la fecondazione assistita e l’utero in affitto. Ma è la scuola, devastata dalle riforme del ministro Vincent Peillon, il vero campo di battaglia. Per i dimostranti, come racconta Le Figarò, non è ammissibile che «bimbi di 8 anni siano obbligati ad assistere a spettacoli in cui un uomo s’innamorava del proprio zio. È pura follia».
Hollande, sempre più preoccupato dall’avanzata nei sondaggi di Marine Le Pen (ormai il Front National è considerato il primo partito di Francia), sembra deciso a mettere la sordina alla deriva “familiofobica” del suo partito. Almeno sino alle prossime elezioni europee. Poi si vedrà.
Mi preoccupa il fatto che i mussulmani manifestino coi cristiani.
Daniele
Il problema (e la difesa) della famiglia è trasversale. Per fortuna.
Esistono diversi tipi di famiglia. La famiglia cristiana (quella dove, pur imperfettamente, c’è pari dignità tra uomo e donna) è quella che va difesa. La famiglia mussulmana mi pare diversa da quella cristiana. Quindi dire che, nelle manifestazioni in Francia, mussulmani e cristiani difendono la famiglia mi pare poco preciso. Ognuno difende la sua famiglia. La mia preoccupazione nasce dal fatto che manifestando insieme ai mussulmani i cristiani finiscano con il legittimare, qui da noi, la famiglia mussulmana.Daniele.
Il movimento francese è trasversale e ampio. Rompe gli schemi neogiacobini d’Hollande. E’ un dato su cui riflettere. Ora. I problemi religiosi verranno dopo. E saranno, sicuramente, pesanti. Ma intanto registriamo la cronaca e spezziamo i circuiti del “politicamente corretto”.