Martina Mussolini, Andrea Piazzesi e Edoardo Fantini sono gli autori di un’iniziativa editoriale, della Edizioni Cantagalli di Siena, dal titolo “Fascismo: stato sociale o dittatura?”. Si tratta di un corposo testo di oltre trecento pagine che ha sicuramente il merito di essere corredato da foto e soprattutto documenti che dimostrano quanto di positivo venne realizzato da Benito Mussolini in Italia durante il suo Governo. Piaccia o non piaccia.
Davvero impressionante la raccolta di queste documentazioni. Foto, bollettini ufficiali, testi di legge, statistiche, manifesti sono sicuramente il miglior modo per rappresentare uno spaccato di vita reale che il Fascismo realizzò più o meno in tutta Italia. A corredo di tutto ciò anche le riflessioni degli autori che impegnano il lettore nella rivisitazione di un periodo storico d’Italia che comunque continuerà a dividere i postumi interessati dall’argomento. Piaccia o non piaccia.
Appunto. Affascinato dal progetto grafico e contenutistico del libro mi sono chiesto che senso ha il titolo Stato sociale o dittatura? Chiedersi nel 2015 se il Fascismo fu una dittatura o altro, è, secondo il mio parere, un esercizio analitico sterile. Poco importa se a corredo di qualsiasi tesi, a favore o contraria alla dittatura per esempio, si realizzano tomi e tomi di prove. Martina Mussolini, Andrea Piazzesi e Edoardo Fantini mi sembrano sacrificare uno splendido lavoro di ricerca, onesto dal punto di vista intellettuale, sull’altare di una sentimentale e legittima opera di convincimento di chi chiede, però, altro. Un peccato. Tanto più che nelle intenzioni manifestate, qua e la, nel libro si legge che si tratta di dare onore e restituire dignità alla Carta del lavoro voluta allora da Benito Mussolini. Bene. Mi chiedo una volta ancora cosa c’entra la polemica sulla dittatura. Forse, sarebbe stato meglio intitolare il libro, e quindi concepirlo, valorizzando la Carta del lavoro e le profetiche soluzioni per gli attuali problemi del lavoro e lasciare al dibattito stantio e obsoleto la soluzione dello storico problema se il Fascismo fu o meno una dittatura.
Mi sembra, inoltre, quantomeno ingeneroso polemizzare con Renzo De Felice sull’argomento, come fatto tra le righe che sintetizzano l’intenzione degli autori. Perché scomodare uno storico, che tra tanti difetti, ha avuto il riconosciuto merito di avee esplorato con onestà il Fascismo sfidando volgari giudizi sommari e sbrigativi di autorevoli, per il conformismo dilagante di quei tempi, pensatori?
Mi permetto di sollevare questa, che spero non sia sterile e inutile, polemica perché mi rimanda a quanto accade oggi nell’area occupata dagli eredi del Ventennio. Si finisce, cioè, per porsi domande su questioni che non interessano ad alcuno quando invece si potrebbero utilizzare argomenti che hanno molto fascino. Penso a quante parole spese per dimostrare vantaggi che nemmeno un bambino ci riconoscerebbe a fronte di sottaciuti obiettivi ultra popolari che sono ancora alla nostra portata. Mi chiedo che senso ha convincere un giovane che il Fascismo non fu una dittatura, quando basterebbe restituire credito a quel periodo storico sensibilizzando le nuove generazioni sui valori ereditati, attraverso testimonianze qualificate quali, appunto, il libro dei tre autori sopra citato, ma usate come punto di partenza, non di arrivo.
Il rischio concreto è che a difendere inutilmente quanto fatto nel Ventennio, oggi, ereditando ingiustamente quella polizza, sia un assicuratore imbroglione – nei confronti di chi in quei valori ci crede veramente — che gioca, per esempio, sull’Unità dello Stato italiano mascherandosi da padano fino a Bologna e da risorgimentale dopo Roncobilaccio, rispolverando slogan che già il Movimento sociale considerò, bene o male, superati. Ecco il punto. Se abbiamo buoni argomenti, come la documentazione del Libro di Martina Mussolini, Andrea Piazzesi e Edoardo Fantini, attenzione agli slogan. Attenzione a chi li usa.
Martina Mussolini, Andrea Piazzesi e Edoardo Fantini
IL FASCISMO, STATO SOCIALE O DITTATURA?
Edizioni Cantagalli, Siena 2015
Ppgg. 319, euro 20.00