Billy, ragazzino viziatissimo con ego smisurato e manie da grande imprenditore, riceve da Babbo Natale un pezzo di carbone. Furioso, incarica il suo sicario di fiducia (a sua volta rancoroso per aver ricevuto, da bambino, soltanto una macchinina) di uccidere il “ciccione”. Nel frattempo, Chris Cringle – ossia Babbo Natale – attraversa un periodo di crisi: nel mondo ci sono sempre meno bambini buoni, il che ha portato a una riduzione del suo carico di consegne – sulle quali il governo degli Stati Uniti ha diritto a una quota. Rabbonito dalla moglie, accetta di convertire parte della fabbrica di doni alla produzione di componenti per aerei da guerra.
Sembra un film cretino? Il suo limite è proprio non essere abbastanza cretino. Pur desueta, l’idea d’un Babbo Natale “diverso” fa sempre ridere (lasciando stare i due film di “Babbo bastardo”, il cui protagonista non è l’autentico Santa Claus): a patto di esagerare. Il Chris Cringle di Mel Gibson è manesco, sbevazzone, sbracato e sboccato: ma è (pastetta coi militari a parte) il buono del film. Le bizzarrie del sicario (il criceto sul cruscotto dell’automobile, la contrattazione con un bambino per un aeroplanino) non risultano nemmeno buffe. Il laido Billy è più grottesco, ma a parte la scena in cui si getta nella neve giurando vendetta non ha battute forti.
L’atmosfera bizzarra spesso si perde, e le scene prima del finale sono davvero da film d’azione: il che delude, dato che si sperava in qualche trovata comica.