C’era una volta, tanto tanto tempo fa, un partito che si chiamava Democrazia Cristiana. La Chiesa sosteneva quel partito, poiché molti suoi esponenti erano cattolici praticanti e affermavano di ispirare la loro azione politica al messaggio cristiano. Inoltre la Chiesa temeva che il PCI potesse prendere il potere, e realizzare in Italia, mutatis mutandis, la stessa persecuzione anticristiana che era stata messa in atto in URSS, nell’Europa Orientale, ed altrove. Lo stesso simbolo della DC – uno scudo crociato – lasciava intendere che in Italia la dottrina marxista, atea e materialistica, avrebbe trovato in quel partito un insuperabile ostacolo. In quegli anni lontani il PCI e le altre formazioni della Sinistra erano molto attenti alle “invasioni di campo” della Chiesa, cioè ai suoi sconfinamenti in ambito politico, e non mancavano di invitare i presuli ad occuparsi di questioni strettamente religiose e teologiche. Le censure erano particolarmente severe in occasione delle tornate elettorali, quando la CEI volta per volta, magari mutando in qualche misura gli accenti, invitava gli elettori a votare DC. Ricordo anche che i cattolici che sostenevano di ispirarsi, in politica, al messaggio di Cristo, venivano spregiativamente chiamati “integralisti”.
Passano gli anni, e passano con essi le varie vicende della nostra Nazione. Il mondo è cambiato, al punto che i rapporti fra Chiesa e mondo politico si sono – rispetto ai quei tempi lontani – addirittura ribaltati.

Oggi la Chiesa compie continue invasioni di campo, ma la Sinistra non ha nulla da rimproverarle, anzi trova in essa il suo più forte alleato. In verità, poi, non si tratta di un’alleanza alla pari. È infatti la Chiesa che col suo interventismo nell’ambito sociopolitico ha assunto la direzione dello schieramento che un tempo le fu nemico e che ora le marcia al fianco, anche se la truppa post comunista è divisa fra coloro che intendono togliere dal solaio la mummia di Lenin e coloro che guardano ad un neoliberismo finanziario che dovrebbe garantire nuovi spazi e nuove frontiere, e che in realtà le urne hanno già pesantemente punito.
Dunque è la Chiesa che muove all’assalto. Quando il Pontefice, nei giorni scorsi, concede udienza privata alla famiglia rom al centro dei disordini di Casal Bruciato, non compie certo un gesto gratuito, ma dà la sua risposta ai cittadini romani che osano rivendicare per sé – in quanto italiani – la casa comunale offerta ai nomadi. E con quel gesto dice chiaramente alcune cose: che la Patria non è un valore, che chiunque passi da queste parti, da qualunque parte provenga, ha altrettanti diritti, se non di più, di chi è italiano magari da generazioni. Quando l’Elemosiniere del Papa Konrad Krajewski entra in uno stabile della Capitale occupato da anni per iniziativa di movimenti politici di estrema sinistra, stabile in cui la luce non viene erogata perché nessuno degli occupanti ha mai pagato le utenze, e toglie personalmente i sigilli al contatore, col suo gesto dice chiaramente altre cose ancora: che la prepotenza è benedetta, che la proprietà è un furto, che l’abusivismo è bello, che rubare le case a chi sarebbe disponibile a pagare l’affitto è atto di giustizia.
Fa poi sorridere quanto ha dichiarato lo stesso prelato, evidentemente fiero della gloriosa impresa. “Mi assumo la piena responsabilità di ciò che ho fatto” ha egli scandito, o qualcosa del genere.
Che eroe, quel consacrato! Ricorda i preti che nei paesi comunisti, vestiti con abiti borghesi, portavano di nascosto il Santissimo nelle case dei privati cittadini, e vi celebravano la Santa Messa, e rischiavano la vita, e se scoperti erano trascinati nel Gulag, e quasi sempre vi morivano rendendo testimonianza della loro fede col martirio. Oggi, Cardinale Krajewski, che cosa rischi? Le prime pagine dei giornali, le comparsate in TV, le lodi e i peana dei centri sociali. Diventerai l’ultimo della serie dei nuovi Santi di questa strana Chiesa: dopo Gretina, dopo il giovane che sussurrava a Casa Pound, dopo gli eroici magrebini sul pullman impazzito, ecco il Cardinale che taglia i sigilli e ridà la luce ai morosi. Ma sì, in fondo è scritto anche nella Genesi: “fiat lux”.
C’è in Italia un governo composto in parte da ministri di destra.difronte alla palese illegalità del com portamento di un funzionario di uno stato estero non hanno nulla da eccepire, al di là di scontate battutine?magari u na bella denuncia,giusto per salvare la faccia?