Nelle sale un film di Janus Metz Pedersen dedicato all’epica finale di Wimbledon del 1980 tra lo svedese Bjorn Borg (Sverrir Gudnason) e l’americano John McEnroe (Shia LaBeouf). Senza molta fantasia la produzione scandinava l’ha intitolato “Borg McEnroe”. Peccato, la pellicola merita.
Il primo, ventiquattrenne, soprannominato “uomo di ghiaccio”, elegante e compassato, si presenta dopo aver espugnato Wimbledon per quattro anni di fila e vuole ad ogni costo confermarsi lo zar del tennis. Il secondo, ventunenne, newyorkese di origine irlandese, intemperante e ribelle, è l’astro nascente che cerca di spodestarlo.
Sul campo la freddezza di Bjorn è leggendaria quanto le incazzature di John nei confronti degli arbitri. I loro stili di gioco sono gli antipodi, ma è soprattutto la stampa ad amplificare la rivalità e le differenze, alimentando ad arte una dicotomia che è in realtà solo di superficie. I due, infatti, sono facce della stessa medaglia e hanno la medesima natura tormentata: Bjorn l’ha soffocata e incanalata nei colpi sferrati contro l’avversario, mentre John le dà libero sfogo, trovando in questo modo la concentrazione necessaria al gesto tecnico. Il
risultato è uno scontro tra giganti. Appassionante e tutto da vedere.