Nella trasmissione “Le Iene”, andata in onda giorni addietro, è stato trasmesso un servizio agghiacciante, meritevoli di ben più ampia risonanza, intitolato “La Cina, gli uiguri e campi di prigionia segreti”. Rimanendo nel campo dell’ipotetico e del problematico, è stata presentata la situazione e la condizione di vita di questa minoranza etnica turcofona di fede musulmana, che vive in Cina. Sono milioni di persone, contro cui – si dice usando per misteriose ragioni il condizionale – “sembrerebbe essere usata“ la potenza militare e tecnologica del governo di Pechino.
La giornalista Roberta Rei, autrice del servizio, non esita a segnalare che “le più autorevoli organizzazioni che si occupano di diritti umani pensano che gli Uiguri siano vittime del più grande internamento di massa dalla Seconda guerra mondiale”. Dopo l’avvento del presidente Xi Jinping , lunghe tensioni e una serie di attentati il governo “ha lanciato un’offensiva durissima” con una strategia volta ad etichettare “come terrorismo una richiesta di diritti culturali”.
Secondo il portavoce di “Amnesty International Italia”, luoghi “eufemisticamente chiamati centri di educazione” non sarebbero altro che “campi di concentramento veri e propri”. Un servizio giornalistico più capillare, apparso nei primi giorni di novembre, parla di un autentico genocidio, perpetrato in danno degli uiguri, popolazione di circa 11 milioni di abitanti residenti nella regione autonoma dello Xinjiang. Costituiscono una minoranza infinitesimale della popolazione generale (circa lo 0,8%) e rappresentano una delle 56 etnie minoritarie del Paese”. Fermezza esasperata e repressione si sono inasprite negli ultimi anni. Il proposito di cancellazione dell’etnia sé attuato con misure di sterilizzazioni di massa, aborti e torture. Vengono assunte altre misure di aggiramento come l’imposizione linguistica e la commistione delle etnie. Un istituto di ricerca statunitense “offre una serie di dati, tra questi la conferma e la localizzazione di 27 campi di rieducazione, stimando la presenza totale in circa 1.200.
“La Cina con questo atteggiamento così deciso, ha finito, nonostante i tentativi di minimizzare e nascondere, con l’ottenere un effetto completamente contrario e di porre all’attenzione mediatica [sempre piuttosto fredda considerato l’immeritato riguardo goduto in ogni angolo dell’Europa e della stessa Italia], il problema degli uiguri. Impossibile nascondere le nefandezze a carico della libertà e della dignità umana dei più deboli: il rumore che rimbomba e fa da eco a tale aberrazione è più forte di qualsiasi illusione di illusione imposta o ambita”.