Nei giorni scorsi una dozzina di senatori della Repubblica italiana, in un’interrogazione parlamentare, hanno chiesto al Ministro dell’Università di tutelare il professor Tomaso Montanari, criticato in particolare dall’Unione degli Istriani per la sua richiesta di cancellazione del Giorno del Ricordo, faticosamente raggiunto grazie all’impegno esclusivo dell’ On. Roberto Menia, il quale non senza difficoltà è riuscito nel miracolo di far approvare a larghissima maggioranza, nel 2004, la legge istitutiva di questa importantissima ricorrenza.
Tra questi vergognosi senatori, figura anche il nome dell’ex Presidente del Senato, Pietro Grasso, il quale durante il suo mandato di seconda carica dello Stato aveva difeso con parole chiare il Giorno del Ricordo, che oggi invece disconosce bellamente.
“Con intensa e profonda commozione sono oggi qui, insieme a voi, per ricordare una delle pagine più tristi che il nostro Paese, il nostro popolo ha vissuto: la tragedia della guerra, delle foibe, dell’esodo” dichiarava il citato Grasso durante la cerimonia del 10 febbraio 2014.
“Non possiamo dimenticare e cancellare nulla; non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani. Questa Cerimonia si pone in assoluta continuità con le precedenti, celebrate al Quirinale dal Presidente Napolitano, che ha fatto di questo giorno non una commemorazione rituale ma un momento fondamentale di espressione dell’identità e dell’unità nazionale. Ciascun Paese ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo. L’istituzione del “Giorno del Ricordo” vuole essere un modo per affrontare in maniera condivisa le cause e la responsabilità di quanto è accaduto e per superare tutte le barriere di odio, diversità e discriminazione. L’Italia non può e non vuole dimenticare!” diceva mentendo spudoratamente Grasso.
“Il ricordo, oggi, è per me un dovere come Presidente del Senato, ma prima di tutto come uomo, come cittadino; è un monito per tutti noi perché siamo tenuti ad impedire che l’ignoranza e l’indifferenza abbiano la prevalenza e perché tali orrori non si ripetano mai più e restino un ammonimento perenne contro ogni persecuzione e offesa alla dignità umana. E’ un dovere nei confronti dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime che sono oggi con noi e dei rappresentanti delle Associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia. Facciamo tesoro del passato per costruire un futuro dove la violenza, l’odio, siano solo un doloroso ricordo. Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai giovani verso i quali abbiamo il compito di trasmettere la conoscenza della storia, seppur a tratti disumana e terrificante, affinché mantengano la memoria facendosi loro stessi testimoni e crescano nel rispetto assoluto e incondizionato della dignità umana. Il lavoro della memoria non ammette distrazioni ma chiede a tutti la massima coerenza per essere sentito e vissuto ogni giorno. Se saremo capaci di costruire il ricordo ogni giorno, e non solo il 10 febbraio, se il ricordo sarà una guida dei nostri comportamenti, vuol dire che avremo compreso le atrocità di quanto accaduto” concludeva sempre mentendo spudoratamente, allora, la seconda carica dello Stato.
Ad una simile cialtroneria raramente abbiamo potuto sinora assistere. E ci consoliamo di non averlo accolto, Pietro Grasso, alla Foiba di Basovizza, come invece hanno supinamente fatto i rappresentanti delle associazioni minori dell’Esodo, quando il personaggio in parola è venuto in visita, sempre evidentemente mentendo, per “onorare” i nostri morti!
Senatore Grasso: non ci si può prendere gioco della memoria di migliaia di vittime innocenti come ha fatto lei, martiri per l’Italia, sottoscrivendo una lettera in difesa di affermazioni infamanti ed inaccettabili sotto ogni profilo, come quelle del neo rettore Tomaso Montanari!
Unione degli Istriani, 9 settembre 2021