
I matti non demordono mai. Anzi, si intrugliano nella loro follia e perseverano. È il caso dell’Anpi di Torino e Ciriè. I presunti eredi dei partigiani rossi — in realtà una combricola di canuti ex “rifondaroli” che, però, la guerra civile mai l’hanno vista — vogliono boicottare la presentazione del libro
“Il faro di Mussolini” dello storico Alberto Alpozzi. Nulla di nuovo. I picchiatelli ci avevano già provato nel
2015 ma
senza successo. Ora a distanza di quasi 3 anni, frustati e rancorosi, ci riprovano con la
nuova edizione.
Ecco la storia. Il 23 gennaio 2018 esce sul sito dell’Anpi di Torino un comunicato stampa (del 17 gennaio) che riprende gli articoli del
23 dicembre 2017 de
La Voce e del
28 dicembre 2017 de
Il Risveglio sulla donazione, avvenuta il 20 dicembre, alla biblioteca Corghi di Cirìè, di una copia della nuova edizione del libro “Il faro di Mussolini. Il colonialismo italiano in Somalia, oltre il sogno imperiale”. Ad un mese esatto dalla cerimonia si sono accorti della “inopportuna e censurabile iniziativa”. I gendarmi della memoria però non indicano quali siano i contenuti del libro che debbano essere censurati.
Nel comunicato stampa si sono però scordati di riportare che l’iniziativa presso la biblioteca di Ciriè ha avuto come padrino l’ex Governatore somalo, Abdulkaidr Yussuf Mohamed (nella foto con Alpozzi), appositamente venuto dalla Somalia per la presentazione in anteprima della nuova edizione del libro di cui è anche autore della prefazione.
Sin dalla prima edizione del 2015 i nostri “vigilantes” si ostinano a lanciare invettive su “rigurgiti neofascisti e neonazisti “ e “apologia della dittatura di Mussolini“ senza prendersi la cura di leggere i contenuti del libro. Troppo difficile, evidentemente, per il mesto sodalizio.

Nulla poi conta che il Governatore somalo che, venuto in Italia (per la seconda volta, nel 2015 insieme all’autore venne
ricevuto dal Sindaco di Torino Piero Fassino), ha scritto nella
prefazione del libro “spero che queste ricerche ridiano vita ai legami storici tra somali e italiani come io ho già ho avuto il piacere di sperimentare” perché “il libro documenta il successo dell’Italia senza il contributo di altri paesi occidentali e la sua opera per il miglioramento della vita della comunità locale”.
E ancora: “Abbiamo discusso di come poter rinnovare il rapporto secolare tra l’Italia e la Somalia, magari con un gemellaggio tra le città di Torino e Alula. Come parte di questi sforzi, sono quindi lieto di presentare il libro IL FARO DI MUSSOLINI, che farà luce su come il governo di Mussolini abbia costruito con esito positivo il faro.”
Per nulla intimorito Alpozzi ha chiesto ai mattacchioni dell’Anpi un incontro istituzionale «affinché illustrino i passi del libro nei quali abbiano ravvisato la presupposta “apologia della dittatura di Mussolini“ per supportare la loro tesi e che dimostrino di non essere in malafede e figli di una faziosità anacronistica atta a creare continue divisioni per impedire la ricerca storica per la creazione di un passato condiviso». Dubitiamo che i “nuovi partigiani” sappiano cogliere l’occasione. Pensare e confrontarsi non è esercizio a loro noto.