Se il problema della denatalità in Italia già è preoccupante – sparisce l’equivalente della popolazione di una città medio-grande all’anno – il terrorismo climatico promette oggi di spingerci ancora più verso il baratro prima di “salvarci”, come sperano gli attivisti. Se si trattasse di opinioni isolate di poche anonime teste calde che fanno disinformazione per le loro guerre sante della domenica ce la potremmo cavare con una scrollata di spalle, ma se ci si mettono anche personalità importanti dello spettacolo e della politica, e le potenziali vittime sono giovani e giovanissimi, è subito evidente come la situazione sia davvero seria.
Miley Cyrus solo qualche giorno fa ha detto testualmente di “aver fatto voto di non avere un bambino su questo pezzo di merda di pianeta”. Parliamo di una pop-star con oltre 147 milioni di follower su Instagram, per la più parte ragazzini. Lascio immaginare l’effetto tossico che simili dichiarazioni possono avere su chi ancora si sta formando una sua personale visione del mondo. Ma non basta. Alexandra Ocasio-Cortez, rappresentante di spicco dei democratici in America in una sua recente storia di Instagram si è chiesta davanti al suo vasto pubblico “se sia ancora etico avere figli nel mondo in cui viviamo”. Non deve dunque stupire il fatto che Morgan Stanley in una nota agli investitori di due mesi fa riferisse che “il movimento verso la scelta di non avere figli a causa della paura per il cambiamento climatico è in crescita e impatta la fertilità più rapidamente di ogni trend precedente nel contesto del calo di fertilità”. Tale trend é stato anche quantificato da sondaggi recenti, dei quali fa menzione un articolo comparso su The Atlantic questo 20 settembre: ormai almeno un terzo della popolazione americana sotto i 45 anni sceglie di non avere figli o di averne di meno a causa di preoccupazioni legate al cambiamento climatico.
Se anche si volesse ammettere come assolutamente reale il più catastrofico degli scenari – se pure per lo più partorito dalla cattiva informazione causata dal ben noto “cherry picking” tipico di varie riviste che speculano sul terrorismo climatico – la logica conclusione sarebbe semmai di scommettere tutto sulle nuove generazioni. Proprio queste potranno infatti portare avanti lo sviluppo tecnologico che ci consentirà a decenni da ora di avere un impatto molto più significativo di quello che possiamo avere oggi sulla sostenibilità delle modalità con cui otteniamo energia e in generale quello che ci serve per vivere dall’ecosistema di cui facciamo parte.
Non ci serve a nulla una generazione di depressi cronici, ben pasciuti ma con la mente annebbiata da ideali pessimistici quando non anti-umani. C’é semmai un disperato bisogno di giovani coraggiosi che abbiano voglia di mettersi in gioco, e che scommettano tutto sul futuro. Proprio ora che abbiamo la più alta aspettativa di vita dall’inizio della storia con i più alti livelli di benessere di sempre, la scelta di rinunciare a dare vita a quello che è potenzialmente il rapporto più intenso e ricco di significato che sia concesso avere con un umano – ovvero quello con il proprio figlio – è esattamente ciò che sembra: un atto disumano, vigliacco e irrazionale, e un grave insulto alla memoria di uomini e donne che prima di noi non ebbero paura di provare a dare un domani migliore ai loro figli, mettendoli al mondo anche durante guerre e pestilenze.
Prima di alzarci dalla nostra comoda poltrona e andare a vomitare fiele su intere generazioni sui social, forse sarebbe il caso di ricordarci che siamo seduti anche sulla fatica, sulla sofferenza ma soprattutto sulla speranza delle generazioni che ci hanno preceduto, cui forse dovremmo tributare un poco più di rispetto, e da cui di certo dovremmo prendere esempio nell’affrontare a testa alta e schiena dritta le sfide del nostro presente.
imporre agli afro-asiatici di smetterla di riprodursi e di buttare plastica e bambini da per tutto. cosi si salva il mondo.