La vicenda di Ferragosto che mi pare meritevole di essere raccontata viene da Lissone, nel cuore dell’operosa Brianza, e ci parla della ristrutturazione, in tempi recenti, del vecchio muro di cinta del locale cimitero che pare desse cenni di cedimento.
Fin qui nulla di strano – parrebbe – fino a che una studentessa della locale scuola media non decide di dedicare la ‘tesina’ d’esame alle vicende legate alla Prima Guerra Mondiale e alla storia dei limbiatesi Ferdinando e Paolo Monguzzi, fratelli del nonno Santino, caduti ventenni per l’Italia tra Caporetto e Vittorio Veneto e sepolti nel paese natio, di cui da bimba aveva visitato le tombe nel locale cimitero. Nell’ambito della ricerca scolastica si reca dunque per il ritrovamento delle tombe che appaiono però scomparse. Accompagnata anche dalla madre, dopo una lunga peregrinazione tra il cimitero e gli uffici comunali il mistero viene alfine chiarito.
In un vecchio deposito polveroso qualcuno ha immagazzinato senza riguardo alcuno le lapidi originariamente poste sulle sepolture, accatastandole alla rinfusa e danneggiandone molte. Nonostante risultino mancanti molte lettere nei nomi riportati e alcune delle lapidi siano state addirittura spaccate durante i lavori, la giovane riesce comunque a ritrovare quella degli antenati però si apprende che il Comune pretenderebbe dai parenti dei caduti di un secolo fa la somma di 1800 Euro per ripristinare l’esistente e restaurare le lapidi.
Ovvio domandarsi chi abbia eseguito lavori dall’esito così disastroso o chi (tra i profumatamente pagati tecnici comunali) li ha controllati e – successivamente – autorizzato il pagamento. Forse il Comune dovrebbe valutare prima di tutto le responsabilità di chi ha demolito la testimonianza di un sacrificio cui dovremmo tutti inchinarci. Un atto ignobile che sarebbe passato inosservato se non fosse stato per la curiosità e il rispetto uniti col desiderio di conoscere la storia di un’adolescente.

Sentimenti evidentemente non condivisi dal Sindaco del PD che governa ininterrottamente Lissone dal 2012. Nonostante porti pure lo stesso cognome dei due caduti: Monguzzi, pare che certe cose non le interessino.