E’ veramente strano quanto incredibile che alla riforma della scuola, divenuta legge con una lunga serie di misure demagogiche, tutte condotte nel segno del mercimonio di consensi ossia di voti, la stampa di regime dal “Corriere, a “Repubblica” ad “Avvenire” (area largamente beneficiata) , temendo pessimista nefasti effetti, abbia riservato meschina attenzione se non desolante ma significativo silenzio.
Gli sguardi sono stati invece posti sul “miracolo dei 562 salvati in mare” di fronte le coste libiche, commentato di “spalla” dal quotidiano principe con un editoriale di Severgnini, “Il naufragio dell’Europa”, tardivo dal momento che il Vecchio Continente, in questa forzatura politica, è nato male, vissuto peggio, tra contraddizioni (la lunga guerra alla Grecia, ora sanata) e una inconcludenza sempre più drammatica sull’immigrazione, un fenomeno del quale si continuano a nascondere cause, responsabilità e matrici storiche e sul quale risulta impossibile individuare una terapia convincente e duratura.
I quotidiani più o meno faticosamente hanno dovuto prendere in considerazione i dati “sfuggiti” all’ISTAT, sul fatturato dell’industria in calo del 3,6% rispetto al 2015, con il regresso peggiore nel campo automobilistico (- 6,5 %). Peccato siano destinate a rimanere ovattate le sculacciate di Marchionne al pupo, imposto a palazzo Chigi !
Sull’argomento, senza il risalto speciale dovuto alla serietà del quadro, si sono espressi e i grillini e l’unica voce, sempre attiva ed utile, del minestrone berlusconiano, quella di Renato Brunetta, parlando di politica governativa, “affossatrice del Paese”. Massimo Franco, di fronte ad un PD “in silenzio”, si è affrettato a scendere in campo, rammentando la crisi economica del periodo berlusconiano, vissuta però in ben altro clima, con ostacoli sia quirinalizi sia internazionali di quell’Europa, cui, commettendo l’ennesimo errore, guarda Berlusconi.
A proposito del “presidente”, incredibilmente silenzioso, dal sistema informativo bloccato e monopolizzato appaiono sottovalutate le responsabilità dell’ex sindaco, tale Matteo Renzi, dei suoi fidi pretoriani e di Publiacqua, ditta gregaria e “controllata”, appaltatrice di un servizio con “tubi troppo vecchi ed usurati”. Di certo, anche se il discorso è ipotetico, perché si tratta di razza ormai estinta e non certo rianimata da certi potenziali candidati romani o milanesi di incerta e confusa matrice, è facile immaginare il processo imbastito in piazza e l’esecuzione (le dimissioni) fulminante se si fosse trattato di sindaco non governativo.
L’esecutivo di sinistra – centro può continuare a non mostrare timore per le rodomontate nel “salotto” del sempiterno Vespa dell’immarcescibile quanto disattento sui tempi ormai remoti quanto lontanissimo dalle più pallide ammissioni di responsabilità Berlusconi in perpetua attesa della rigeneratrice sentenza di Strasburgo.
Al solito inadeguato è l’atteggiamento di Salvini, ancorato a proclami monotematici asfissianti (la polemica sull’Europa e contro l’Europa) e capace esclusivamente di slogans elaborati dai suoi fedeli, frequentatori dei bar sul Naviglio (il bollino per l’utilizzazione del Grande Raccolto Anulare romano), come non esistessero nodi stradali a Milano, ancora di più intasati e sfruttati.
Pare imminente il rientro in Italia dalla segregazione subìta in India di Girone. Al “presidente” del Consiglio sarà preparata la battuta, secondo cui il provvedimento è stato assunto dalla nazione asiatica, impressionata da un esecutivo impegnato per riforme costituzionali, presto imitate anche su Marte.
E’ possibile sostenere un referendum pcontro la Buona Scuola per iniziative di varie forze politiche entro il 18 ottobre.
Basta recarsi all’anagrafe comunale.