L’ultima baggianata del pensiero radicalsinistrobenpensantefemministaequosolidaledistacippa è l’accusa di “sessismo”, con conseguente richiesta di rimozione, della statua con cui un artista ha inteso rappresentare la Spigolatrice di Sapri.
Il personaggio letterario, nell’immaginazione dello scultore specializzato nella raffigurazione di personaggi nudi o velati è, per l’appunto, una donna dalle fattezze sinuose, coperta solo da una leggera veste che – aderendo strettamente al corpo – ne lascia trasparire le curve svelando in particolare un posteriore che rasenta la perfezione. Apriti cielo!
Guidati da Laura Boldrini, i (e le) professionisti del pensiero unico hanno inveito contro l’ardita rappresentazione, contestando l’inadeguatezza della “mise”, a loro dire non consona a quella di una contadina che raccoglie il grano. Peccato che, per restare in tema, nessuno di loro abbia mai precedentemente chiesto il rogo della pellicola di “Riso amaro”, in cui Silvana Mangano dà vita ad una mondina in hot pants e canottiera dalla generosa scollatura.
Ho provato quindi ad immaginare come sarebbero apparsi taluni personaggi, ove fossero stati sottoposti alla preventiva censura di questi squallidi trinariciuti. Certamente, nel celebre ballo del Gattopardo, Burt Lancaster avrebbe danzato con Tina Pica (agghindata come quando aiutava Totò nella gestione della stazione di Piovarolo) anziché con l’affascinante Claudia Cardinale; il David di Michelangelo, che attira ogni anno turisti di tutto il mondo in Piazza della Signoria, avrebbe le fattezze di Alvaro Vitali; 007 (alias Sean Connery) vedrebbe uscire dal mare, avvolta dal bikini bianco, non già Ursula Andress nel pieno dello splendore, ma Michela Murgia nella sua attuale quotidianità e – per adeguarsi – anche il dio Nettuno sorgerebbe dalle acque, tripode alla mano, con il fisico di Woody Allen. Sorrentino avrebbe scelto Pippo Franco al posto di Jude Law per dare vita al suo Papa, e le scene più conturbanti di Malena ci avrebbero figurato gli amplessi della Bonino al posto di Monica Bellucci.
Ieri sera, in risposta ad un post pubblicato da Laura Boldrini sul suo profilo Facebook, ho provato ad evidenziare l’assoluta incongruenza delle sue asserzioni. Ne è risultata, ad ora, una raccolta di consenso misurata in 8.000 adesioni; il che, su un commento ad un post altrui, se non è un record ci va vicino.
Segno, forse, che non tutto è perduto. E che un bel culo sarà sempre più apprezzato di una cattiva testa.