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Follie renziane/ Basta con il medico di famiglia, ora ci sono le AFTE

di Eugenio Pasquinucci
11 Maggio 2016
in Home
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Follie renziane/ Basta con il medico di famiglia, ora ci sono le AFTE
       

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Quando un appartenente alla Casta si ammala, parliamo di un politico, un ricco imprenditore, un sindacalista, un alto prelato, incarica la segretaria di chiamare il famoso luminare di medicina , che viene rintracciato sul cellulare. L’illustre professore risponde e con voce chiara e ben udibile , dice: “ Onorevole, che piacere sentirla! Mi dica cosa posso fare per lei?” ed intanto con un gesto della mano destra convoca vicino a sé la fedele segretaria, mentre con l’altra mano tappa il microfono e sussurra : “ E’ quel rompic… dell’onorevole Taldeitali, trovagli un appuntamento alla clinica Santa Addolorata.” Sì, perché gli appartenenti alla Casta non hanno mai sostato in una qualunque sala d’attesa di un ambulatorio della mutua, sia esso specialistico o del medico di famiglia. Non hanno mai ritirato il tagliando per fare la coda per pagare il ticket, questo sconosciuto, non sanno nulla di esenzioni, di E01, E30, IC13 o IC14. Vanno sempre alla clinica per Vip, che porta quasi sempre il nome di un santo, anche se a me risulta che martiri ed affini si prendessero cura dei poveri e degli umili.

L’onorevole Taldeitali verrà ricevuto in tempi rapidi, visitato e curato. Al termine della visita, qualora chieda quanto deve per il disturbo, si sentirà rispondere o “nulla onorevole, per me è sempre un piacere” oppure si beccherà una stangata di parcella, che comunque graverà sulle tasche del contribuente.

Ora la Casta ha deciso di rivoluzionare la medicina di base : ci saranno ambulatori aperti dalle ore 8 alle 24 sette giorni su sette, con medici che presteranno servizio nelle Aggregazioni territoriali funzionali, le AFT.

Tutto questo cambiamento parte dal decreto Balduzzi, un avvocato nominato per avventura ministro “tecnico” nel governo Monti. Lavorava fianco a fianco con la Fornero, quella degli esodati, con l’ammiraglio Di Paola, quello dei marò, e con lo stesso Monti, quello che parla bene il tedesco; questo per spiegarvi in quali guai ci stiamo cacciando.

Il medico di famiglia gode di un indice di gradimento del 78% nella popolazione italiana, attua un servizio gratuito , l’unico rimasto, e svolge una funzione socialmente utile non paragonabile con nessun’ altra figura professionale presente sul territorio.

Eppure si vorrebbe cambiare questa realtà.

Ma vediamo cosa accadrebbe nella vita di tutti i giorni se questa riforma andasse in porto : seguiamo la sciura Maria, una vispa ottantasettenne, che si reca nello studio del dottor Bianchi, il medico che la segue da quasi quarant’anni e che ha curato il marito ed anche la sua cara mamma prima che morissero. Arrivata di fronte al portone dello studio c’è una scritta : “Il dottor Bianchi si è trasferito nella AFT di piazza della Consolazione 1”. La signora Maria ha conosciuto la Saub, le Ussl, la Asl ma questa Aft le giunge nuova.

La piazza è a circa due isolati di distanza, la sciura Maria aveva scelto a suo tempo il dottor Bianchi perché era vicino, ora poi con la sua artrosi alle anche, camminare così tanto la fa un po’ soffrire. Con un po’ di fatica l’anziana donna giunge alla palazzina della Aft : all’ingresso una guardia giurata ed una segretaria accolgono la paziente che un po’ ansimando chiede del dottor Bianchi .

La segretaria subito le domanda : “ Ha preso un appuntamento ?”

“No, io vado da lui ogni primo giovedì del mese, siamo d’accordo così, mi prova la pressione e mi fa le ricette.”

“Quindi non ha nemmeno pagato il ticket ?” incalza la segretaria, con la guardia giurata a fianco che sorride sorniona.

“Quale ticket?” domanda stupita la sciura.

“No, stia tranquilla, non c’è ancora per adesso ,lo introdurranno nei prossimi mesi, forse. Comunque il dottor Bianchi non c’è oggi, ha fatto il mattino, poi prenderà servizio sabato e domenica nel turno dalle 19 alle 24, al suo consueto orario lo potrà trovare martedì. Se vuole c’è il dottor Rossi, è un dottorino giovane e molto in gamba.” spiega la segretaria.

“Ma io sono abituata con il dottor Bianchi , lui conosce tutta la mia storia, è il medico anche di mio figlio, mia nuora ed i miei nipoti. Martedì poi ho il dentista , dovrò aspettare mercoledì, che così mi accompagna una mia amica.”

La segretaria la guarda con aria di compatimento, intanto si è formata una piccola fila dietro.

“Vorrà dire che chiederò una visita in casa, a pagamento.” borbotta la sciura Maria, allontanandosi un po’ zoppicante e dirigendosi verso casa.

Arrivata a destinazione, si rinchiude nel suo monolocale e decide di chiamare al telefono la Marisa, la sua amica, ma trova occupato. Improvvisamente suona il campanello, la sciura Maria si avvicina alla porta sospettosa ma poi sente la voce squillante ed inconfondibile della ragazza che abita nella porta accanto , una studentessa napoletana, lì in affitto da qualche mese.

“Signora Maria, mi può aprire ?”

L’anziana spalanca la porta e si trova davanti la ragazza con in mano un piattino con su una fetta di torta.

“Signora Maria , oggi è il mio compleanno e volevo renderla partecipe della mia festa” e intanto l’abbraccia e la bacia sulla guancia. “Anzi , mi scusi se stasera faremo un po’ di casino. “ sorride la giovane.

La sciura Maria si ritira in salotto con la sua fetta di torta e si sente un po’ meglio, forse di un po’ di umanità aveva bisogno quando voleva parlare con il dottor Bianchi.

Tags: decreto BalduzziMatteo RenziRiforma sanitariasanità
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