Alain Delon è recentemente riemerso dal silenzio per rimpiangere Romy Schneider e un film con Marlon Brando, al festival di Locarno l’anno scorso; prendersela con i gay, a sorpresa a dire il vero; infine unirsi al piccolo ma significativo club di personaggi francesi che appoggiano Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra del Front National, in testa nelle preferenze dei francesi secondo gli ultimi sondaggi. A sei mesi dalle elezioni europee della primavera prossima, Delon conferma la nuova passione politica e annuncia le dimissioni dall’incarico di presidente onorario del comitato di Miss France. Agli organizzatori non sono piaciute le dichiarazioni dell’attore del Gattopardo voluto da Luchino Visconti: «Approvo, incoraggio e capisco perfettamente il Fronte Nazionale», ha detto al quotidiano svizzero Le Matin l’attore. Che poi non si tira indietro quando il comitato nota che ai giurati è richiesto di non rivelare inclinazioni «politiche, religiose o ideologiche». «Il vostro comitato – si legge nella lettera di dimissioni, diffusa da France Presse – ha deciso di reagire pubblicamente, con durezza, alle mie parole sulla politica della Francia. Ne avete perfettamente diritto. Ma ora non siete voi che mi sbattete fuori, sono io che me ne vado».
Alain se ne va ma non resta solo. Non è l’unico famoso a cui piace la destra dura e pura di Marine, figlia del vecchio leader Jean-Marie, al contrario di lui capace di penetrare lo scontento dei francesi e di parti della società che sembravano destinate a rimanere estranee al fascino populista, radicale, xenofobo e islamofobo del Front National. Ultimamente i vip di Francia – su tutti Gerard Depardieu e il re del lusso e uomo più ricco del Paese,Bernard Arnault, s’erano distinti per non voler pagare le tasse di Francois Hollande minacciando – e in alcuni casi realizzando – un cambio di passaporto. Ora il fascino per l’estrema destra. La prima, a inizio 2012, è stata Brigitte Bardot, oggi 77enne anni, ex sex symbol che per molto tempo non si è mossa dalla sua casa di Saint-Tropez e raramente si è occupata di esseri che non fossero animali, ma che un anno e mezzo fa ha scritto una lettera a un giornale locale indirizzata a Marine Le Pen per lodarne «la difesa degli animali e il coraggio con cui vuole rimettere in piedi il nostro Paese». Una 77enne e una 43enne, donne di due diverse generazioni accomunate dall’approccio diretto, hanno notato. Sembra pochino a dire il vero, ma abbastanza per l’ultima Bardot.
Sempre in zona miti di Francia, fa parte della squadra di Marine anche Jean-François Belmondo, laurea in farmacia, figlio del produttore Alain Belmondo e nipote di Jean-Paul, l’indimenticabile Bebel, simbolo della Nouvelle Vague francese degli anni 60. Jean-François ha una farmacia nel XIesimo arrondissement, rue Jean-Pierre-Timbaud, via intitolata a un sindacalista, pieno Marais, quartiere della sinistra molto caviar. Eppure – o forse proprio per questo – il nipote dell’attore di Godard e protagonista di À bout de souffle, è il responsabile della campagna elettorale del Front national per le comunali dell’arrondissement in cui vive. Il 50enne farmacista erede di tale stirpe è legato da anni a Jean-Marie Le Pen ma solo nel 2012 ha preso la tessera del partito. Il candidato Jean-Francois resta comunque isolato dentro la sua famiglia – assicura Le Figaro – un po’ di destra, un po’ di sinistra ma sempre moderata.
Un mese fa si è unito al gruppo di celebrità pro Marine il comico e imitatore Jean Roucas: «Non ho mai votato Marine Le Pen ma adesso lo farei. Forse tardivamente ma mi sono svegliato», ha detto a Le Parisien. Ruota attorno alla malavita di Marsiglia, il suo miscuglio esplosivo di immigrazione e delinquenza, la decisione di diventare frontista: «Sono cresciuto lì, e dico: basta, non è possibile, devo impegnarmi». E la più impegnata a cambiare le cose, agli occhi di Roucas sembra proprio Marine. Anche lui, come oggi Delon, ha denunciato isolamento per le due sue idee: «Mi sconvolge che ora mi si impedisca di lavorare perché ho esplicitato le mie simpatie. Bertrand Cantat (il cantante che ha ucciso la moglie Marie Trintignant ndr) ha pubblicato un album e farà sicuramente una nuova tournée. Comprendo con dispiacere che la sinistra al caviale perdona più facilmente un tipo che ha massacrato di botte la sua ragazza che uno che ha il torto di dire le sue simpatie politiche».
Angela Manganaro, Sole 24 Ore, 18 ottobre