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Francia/ Marine Le Pen sceglie la prudenza mentre la destra identitaria scende in piazza

di Marco Valle
9 Aprile 2023
in Europae, Home
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Francia/ Marine Le Pen sceglie la prudenza mentre la destra identitaria scende in piazza
       

Prudenza, prudenza e ancora prudenza. Un mantra che Marine Le Pen continua in queste settimane a ripetere ai suoi 88 deputati all’Assemblée Nationale. Mentre le proteste contro la riforma delle pensioni voluta da Macron continuano ad agitare la Francia, il Rassemblement nationale ha scelto la linea dell’opposizione parlamentare e mediatica lasciando le piazze alla sinistra più arrabbiata, uno schieramento che fa principalmente riferimento ai gauchistes di La France insoumise (LFI) e della Nouvelle union populaire écologique et sociale (NUPES), e ai gruppi della destra radicale, vivaci ma assolutamente minoritari.

Una decisione meditata, probabilmente pagante nelle urne ma non inattesa. Il RN trazione Marine diffida delle mobilitazioni piazzaiole e ha sempre esitato a farsi coinvolgere, pur condividendone almeno parzialmente le motivazioni, in proteste di massa. Lo si è visto nel 2013, in occasione delle contestazioni organizzate dal movimento Manif pour tous contro la legge Taubira, che consentiva i matrimoni omossessuali, nel 2018-19 con la lunga crisi dei “gilets jaunes” e, ancora, durante la pandemia quando un segmento importante della società francese si è opposto chiassosamente ai diktat sanitari governativi.

Indifferente o quasi al vociare dei suoi concorrenti e rivali, Marine ha escluso ogni sorta di avventura e radicalizzazione, optando per una postura responsabile e rassicurante, convinta che sia la strada migliore per attrarre nel 2027, alla prossima campagna presidenziale, quell’elettorato borghese e centrista che per già tre volte non l’ha mai considerata e tanto meno premiata.

Vi è inoltre, e non ultima, la preoccupazione di mantenere ben saldo il rapporto preferenziale con le forze dell’ordine, un cospicuo serbatoio elettorale destrista, evitando ogni polemica sui metodi, invero molto bruschi, impiegati da gendarmeria, CRS e polizia per mantenere l’ordine pubblico.

A confortare la signora e i suoi collaboratori e seguaci vi sono i sondaggi, molto generosi, e i primi test elettorali. A fine marzo nelle suppletive della difficile circoscrizione dell’Ariége il candidato del RN ha raccolto il 24,78 per cento dei voti, aumentando di cinque punti il risultato ottenuto nel giugno 2022. Non male.

Jordan Bardella, il giovane neopresidente del Rassemblement, sembra non avere dubbi: «Il nostro zoccolo duro, la nostra base è il blocco popolare. Dobbiamo mantenerlo mobilitato sulle nostre parole d’ordine e, al tempo stesso, convincere i tanti delusi della politica evitando che si perdano nell’astensionismo». Per riuscirci, secondo Bardella, è inutile inseguire il sinistroso Jean Luc Mèlenchon sul terreno del ribellismo: «Più le fratture sociali si aggravano, più bisogna prendere le distanze da atteggiamenti demagogici o populisti e presentarsi come un polo di stabilità alternativo al disordine».

Insomma, un lepenismo 4.0, rispettabile e autorevole, capace di spezzare definitivamente quel cordone sanitario steso a salvaguardia del cosiddetto fronte repubblicano e pronto a raccogliere i consensi trasversali di quella Francia insoddisfatta e stufa della “Macronie”.

A contestare la linea ufficiale del partito solo qualche voce isolata. Ormai Marine ha fatto piazza pulita dei suoi oppositori interni come l’ex numero due Florian Phillippot, che ha creato nel 2017 il movimento Les Patriotes, un nucleo d’attivisti che hanno partecipato puntualmente ai raduni contro le restrizioni sanitarie. L’ex eurodeputato “social-sovranista” non risparmia critiche alla signora. «Una parte del suo elettorato cerca una vera alternativa e l’abbandonerà presto. Marine Le Pen confonde la de-demonizzazione con la normalizzazione». E a scanso d’equivoci Phillippot ha organizzato lo scorso 25 marzo una manifestazione a Parigi contro la riforma Macron a cui hanno aderito tutti o quasi i gruppuscoli della nebulosa identitaria tra cui lo storico Groupe Union Defence (GUD), i più duri dei duri.

Per tutti il nemico è il “regime macronista” e le forze dell’ordine sono il suo estremo baluardo. Dunque nessuna solidarietà ma, anzi, una critica feroce ai metodi impiegati per reprimere le proteste. Intanto sui social identitari, come Canal Natio, si alternano appelli alla mobilitazione e filmati sulle violenze poliziesche. Al netto dei pesi politici, la distanza tra le diverse destre transalpine è sempre più larga.

Tags: FranciaJordan BardellaMarine Le Pen
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