Philip Glass lo scorso 31 Gennaio ha compiuto ottantacinque anni. Il compositore statunitense di Baltimora è etichettato tra i migliori pionieri del minimalismo musicale con Steve Reich, La Monte Young, Terry Riley, John Adams. Abbandonata la fase all’apice minimalista, a differenza dei colleghi (ad eccezione di Adams), ha scelto una nuova direzione creativa, approdando a composizioni di più ampia divulgazione musicale, postminimalista, meno rigorose, ripiegando verso la tradizione sinfonica nordamericana. Dagli anni ottanta ha preferito prendere decisamente le distanze dalla etichetta delle origini, mantenendo però nel suo stile una forma non scontata, ampliando così fino al massimo le sue possibilità compositive offerte dalla tonalità, e accogliendo sempre più influenze derivate dalle culture musicali extra occidentali, interesse del resto già manifestato all’inizio della carriera collaborando con il musicista indiano e compositore Ravi Shankar.
Tra le sue opere compaiono numerosi componimenti di vario tipo, attratto dalle forme sceniche (teatro, danza, performance) e le colonne sonore di pellicole e documentari. Segnaliamo la serie di riprese realizzate da Godfrey Reggio tra il 1983 e il 2003, intorno alle profezie degli indiani Hopi, nota come “Trilogia Qatsi” Ha collaborato con vari artisti della scena ambient (tra cui Brian Eno) e pop-rock (tra cui David Bowie, di cui ha utilizzato i temi di “Low” e “Heroes” per comporre le omonime sinfonie). Philip Glass è stato inserito al numero 9 della Top 100, tra i “geni viventi”, stilata nel 2007 dalla rivista britannica “The Telegraph“.
Due sinfonie abbastanza simili, la “Symphony No.5” (1999) e la “Symphony No.7” (2004) sono basate su temi religiosi e meditativi, mentre la “Symphony No.6 – Plutonian Ode”, commissionata dalla Brucknerhaus Linz e dalla Carnegie Hall in onore del 65º compleanno di Glass, nasce come collaborazione con il poeta Allen Ginsberg per voce recitante e piano (gli stessi Ginsberg e Glass), basata sulla sua omonima poesia. Nel primo e secondo movimento di questa opera Glass analizza suoni e note complicate e dissonanti, solo per tornare col terzo movimento ad una musica sognante ed estatica. Il compositore statunitense si unisce in matrimonio con Holly Critchlow. Segnaliamo inoltre la musica per il teatro di Glass: l’opera “Waiting for the Barbarians”, basata sul romanzo di J. M. Coetzee col libretto a cura di Christopher Hampton. Nel novembre 2005 debutta alla Brooklyn Academy of Music di New York con la “Symphony No.8”. Si tratta di un ritorno alla composizione sinfonica e orchestrale e, come i lavori precedentemente scritti per Dennis Russel Davies, non mancano gli assoli cari agli ascoltatori più navigati di Glass. Segnaliamo, infine, la corale: “The Passion of Ramakrishna”, la colonna sonora del film La vita interiore di Martin Frost (2007) di Paul Auster ed un secondo volume degli “Études for piano”.
Composizioni più recenti: Symphony No. 9 (2010-11), Symphony No. 10 (2012), Symphony No. 11 (2017), Concerto per violino e orchestra No. 2 (2009), Concerto per violoncello e orchestra No. 2 (2002/2012), Kepler (2009, libretto di Martina Winkel), The Perfect American (2013, libretto di Rudolph Wurlitzer), Spuren der Verirrten (The Lost) (2013), Four movements for two pianos (2008), Nosso Lar – La nostra Dimora (Wagner de Assis, 2010), Réalité, regia di Quentin Dupieux (2014), Fantastic 4 – I Fantastici Quattro (The Fantastic Four), regia di Josh Trank (2015), Jane, regia di Brett Morgen (2017), Samurai Marathon – I sicari dello shogun (Samurai Marathon), regia di Bernard Rose (2019), Loop (Tales from the Loop) – serie TV (2020).