Verrà presentato la prossima settimana alla Camera dei deputati «Masters of Terror», il numero monografico della rivista Il Nodo di Gordio dedicato al fenomeno del nuovo terrorismo globale. Un volume di analisi che assume ancor più importanza dopo l’attentato dei giorni scorsi a Tunisi, che se non altro ha avuto il «merito» di far capire a tutti che il terrorismo jihadista e il sogno folle di un Califfato dalla Mesopotamia all’oceano Atlantico sono ormai giunti alle porte di casa nostra.
Di fronte a queste nuove sfide geopolitiche (ma anche culturali, economiche e sociali) Il Nodo di Gordio – espressione di un think tank formato da un gruppo di studiosi, docenti universitari, diplomatici, giornalisti, analisti e ricercatori con esperienza internazionale – si pone in modo «laico» e moderno: per intenderci, niente approccio da «Scontro di civiltà», tanto caro a certa destra atlantica neocon. Niente toni da crociate, dunque. Ma anche lontananza abissale dal buonismo universalista di stampo catto-comunista, così radicato negli italici costumi.
La rivista diretta da Daniele Lazzeri – che conta fra i suoi principali collaboratori il professor Franco Cardini; Augusto Grandi, giornalista de Il Sole 24 Ore; Andrea Marcigliano, saggista e scrittore; l’onorevole Riccardo Migliori, membro dell’OSCE; gli ambasciatori Carlo Marsili e Giulio Prigioni; l’architetto Paolo Zammatteo e il professor Ermanno Visintainer, presidente del centro studi Vox Populi – si propone invece come ponte culturale per favorire l’incontro tra mondi geograficamente distanti ma uniti da uno spirito che affonda le proprie radici nella notte dei tempi.
Oltre alla rivista quadrimestrale di approfondimento, indicizzata al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come rivista scientifico-accademica su temi di politica estera, geopolitica, difesa, economia e finanza internazionale, Il Nodo di Gordio pubblica un web magazine di informazione (www.nododigordio.org). Pubblicazioni che hanno un carattere specificamente geopolitico e danno voce a molteplici realtà istituzionali (ambasciate, ministeri, università, organismi internazionali di ricerca in ambito culturale economico, politico, tecnologico, scientifico, militare, centri studi), attraverso un attento monitoraggio delle informazioni di attualità e l’approfondimento delle notizie.
«L’impressione – scrive nell’editoriale il direttore Daniele Lazzeri – è che non ci troviamo di fronte ad una nuova Guerra santa e nemmeno ad una “Reconquista” islamica nei confronti dei Paesi europei. L’Europa delle Crociate e del “Deus vult!” non esiste più. L’Occidente, a differenza del mondo islamico, è divenuto col tempo debole e rinunciatario, in grado di imporre la sua supremazia solo attraverso la leva tecnologica e militare. (…) E rispetto all’Islam questa Europa ha perso nel frattempo la sua anima culturale, i suoi valori più profondi, la sua forza propulsiva. Un inestimabile patrimonio annacquato e secolarizzato dal nichilismo imperante che ha finito per svuotare di senso millenni di storia». (G.B)