Dopo quasi mezzo secolo i soldati portoghesi tornano in Mozambico, l’antico possedimento abbandonato nel 1975. Una decisione importante che conferma, una volta di più, l’interesse geopolitico dei governi di Lisbona per la “Lusosfera”, ovvero i rapporti con i Paesi del defunto impero coloniale. Il Portogallo dispiegherà inizialmente circa 60 addestratori delle sue forze speciali nell’area centrale e meridionale del Paese. «Metteremo a disposizione degli addestratori che contribuiranno a formare i militari locali. Il numero esatto non è stato ancora deciso, perché il lavoro di pianificazione con le autorità mozambicane è ancora in corso», ha spiegato il ministro della Difesa portoghese, João Gomes Cravinho.
Un contributo limitato ma importante poiché il paese africano sta vivendo un momento difficile. Dal 2017 la provincia di Cabo Delgado, al confine con la Tanzania, è teatro di attentati operati da gruppi armati islamici radicali che hanno causato migliaia di morti e oltre 600mila sfollati. Una guerra civile che rischia di compromettere il promettente piano di sfruttatamento del gas naturale, un progetto guidato dai francesi compagnia petrolifera Total. A loro volta Giappone, Stati Uniti e Cina hanno a Maputo promesso aiuti. Italia, come al solito, non pervenuta.