La grande avanzata in Germania di Afd, sta creando grandi dibattiti e preoccupazioni in tutta Europa. Il fatto che tra poco meno di un anno si voti per il rinnovo del parlamento europeo rende la cosa ancora più destabilizzante per i partiti di sinistra che sembrano entrati in una crisi di credibilità e di consenso senza precedenti. Molti cercano di interpretare questo successo attraverso le paure della gente in merito alla sicurezza, alla crescente immigrazione e alla crisi economica che proprio in Germania sta facendo maggiormente sentire i propri effetti. Eppure proprio in qui si sta affacciando sulla scena un partito altrettanto radicale, ma questa volta di sinistra, che chissà perché fa molta meno notizia e desta assai meno preoccupazione dell’establishment tedesco e di Bruxelles.
Stiamo parlando del Partito della Sinistra, o della Linke e di una delle sue figure più importanti, Sahra Wagenknecht, una star politica nei dibattiti parlamentari e nei talk show televisivi. Membro leale del Partito di Unità Socialista della Germania Est, o SED, fino alla caduta del muro di Berlino, Wagenknecht divenne membro fondatore del partito successore post-riunificazione del SED nel 1991, all’età di 23 anni. Da allora è rimasta una figura di spicco nella politica tedesca. A metà degli anni 2000, ha svolto un ruolo nelle fusioni che hanno creato l’odierno partito, che ha riunito reti di estrema sinistra nella Germania orientale e occidentale, così come i disertori del Partito Socialdemocratico, infuriati per le riforme del welfare dei governi della coalizione SPD-Verdi sotto l’allora Cancelliere Gerhard Schroeder.
Fino a pochi mesi il partito è sempre rimasto piuttosto marginale ma la crescita dell’Afd ha lo ha riportato alla ribalta. Con importanti novità: messa la sordina alle solite battaglie sui “diritti”, la leader chiede la fine del sostegno all’Ucraina, la dissoluzione della NATO e un partenariato per la sicurezza tra Germania e Russia. Ciò segnerebbe una rottura totale con le fondamenta della politica estera tedesca fissate nel 1949; una posizione che ha alimento feroci lotte intestine al punto che si suppone che la signora possa lanciare un proprio partito politico collegando l’anticapitalismo di sinistra ai valori culturali nazionalisti. L’entità del sostegno a tale progetto resta da vedere ma l’impatto della migrazione, delle restrizioni sanitarie dell’era pandemica e dalle ricadute economiche dell’invasione russa dell’Ucraina hanno creato uno spazio elettorale per un secondo movimento populista capace di rivaleggiare proprio con l’AfD che veleggia stabilmente oltre il 20% dei sondaggi.
Il voto delle europee potrebbe dunque rappresentare uno spartiacque importante. Secondo le ultime stime, il parlamento tedesco potrebbe anche presto ritrovarsi con due partiti radicali, il cui totale dei consensi, potrebbe superare il 30% dei voti. Un risultato che costringerebbe i principali partiti tedeschi a formare goffe coalizioni di governo gravate da continue lotte intestine su obiettivi politici incompatibili.