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Il gioco delle scelte/ Letterina ad un candidato in attesa dei risultati elettorali

di Eugenio Pasquinucci
3 Giugno 2016
in Home
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Il gioco delle scelte/ Letterina ad un candidato in attesa dei risultati elettorali
       

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Caro candidato, che nei prossimi giorni attenderai con ansia il risultato elettorale e che ti appresti a conoscere l’esito della consultazione, eccoti alcune raccomandazioni su come affrontare quella sentenza.

Tu che hai percorso in lungo ed in largo le vie della tua città, sotto il sole e la pioggia, che hai attraversato i mercati rionali, hai presenziato ad aperitivi, apericena e cene vere e proprie, che hai distribuito i tuoi santini elargendo sorrisi non sempre ricambiati, che hai stretto mani, ascoltato consigli ma anche sproloqui, che hai inondato di sms amici e sconosciuti, sappi che il calcolo che hai fatto sui voti che riceverai non corrisponderà a quello che ti aspetti.

Ci sarà quello che ti aveva promesso il voto sicuro, ed era così, ma poi nella cabina elettorale ha avuto un attimo di smarrimento e per paura di sbagliare non ha messo la preferenza, quello che “ma si scrive con la c o con la q “ ? e ha lasciato perdere, quello che era convinto di darti il voto, ma nel corridoio del seggio ha incontrato un vecchio compagno di scuola, candidato pure lui, e preso dall’emozione dei ricordi dei bei tempi e rammentando che lui gli faceva copiare il compito in classe, ha scritto il suo nome sulla scheda, dimenticandosi il tuo, quello che ha votato un’altra lista ma ha messo la tua preferenza, giusta ma nel posto sbagliato, quello che “ non l’ho votata perché tanto lei prende molti voti lo stesso”, quello che : “guarda volevo proprio votarti ma al ritorno dal mare c’era una coda, ma una coda e siamo arrivati a casa alle dieci di sera” ; peccato che si voti fino alle 23.

Quello che” volevo votarla ma poi ho pensato : perché si mette con quella gente , lei che è così bravo nel suo lavoro ?”, quello che poi alla fine non ha votato “perché tanto siete tutti uguali, non serve a niente, non cambia niente”. Per fortuna che tu non sei uguale a lui.

E poi c’è quello che “ ma come, non me l’hai detto ? L’avessi saputo ti avremmo votato tutti, siamo in dieci in famiglia!”

E c’è la vecchina a cui non hai dato il santino perché non pensavi nemmeno che sarebbe andata a votare e che, quando ti incontra ,ti dice : “ Sa signore, io, mia figlia e mio genero l’abbiamo votata, lei è tanto una brava persona”. Comunque se ti riconoscerai in queste situazioni, sappi che ti sei battuto liberamente in un mondo di gente libera e che non è così sempre e dappertutto.

Ti sei chiesto come mai a sinistra è molto marginale la corsa alle preferenze ? Perché lì è già stabilito tutto , si obbedisce, non si compete. Anni fa in una città della periferia di Milano ho potuto constatare di persona l’impostazione della loro campagna elettorale. Il custode di un centro civico, iscritto al PDS perché teneva famiglia, era stato candidato ed avrebbe dovuto ricevere dieci preferenze, assegnategli dalla direzione del partito. Se queste fossero state nove, era il segno che qualcuno aveva tradito, se fossero state undici, il candidato avrebbe peccato di individualismo. Distribuendo così le preferenze, erano in grado di avere il totale controllo del partito.

Come scrutatore ebbi conferma a questa confidenza; mi capitò di visionare una scheda con una X perfetta, con i quattro braccini combacianti perfettamente con il cerchio del simbolo del PDS , occorreva pazienza e precisione per farlo, senza uscire dai margini. Ciò che mi sorprese è che comparvero, all’atto dello scrutinio, ben altre tre croci così perfette, decisamente un segnale di identificazione.

Ma anche candidandoti al centro potrai avere amare sorprese: i tuoi voti orientati verso una certa politica, potrebbero contribuire a scelte opposte a quelle per cui tu ti battevi, non occorre scomodare Alfano per spiegarlo.

Il caso più eclatante fu a Milano, anni fa, quando si presentò nelle liste della Democrazia Cristiana, l’avvocato Massimo De Carolis, espressione di un centrodestra ancora da venire, anticomunista talmente deciso da venire gambizzato dalle Brigate Rosse, una brava persona. Indro Montanelli sponsorizzò la sua candidatura in un momento in cui la pubblica opinione cercava punti di riferimento politici contro la sinistra. Avvenne così che De Carolis, uomo di centrodestra, fu eletto a furore di popolo, con un numero esorbitante di preferenze che ebbe l’effetto di portare altri tre seggi in più alla DC. I tre nuovi eletti erano però uomini della sinistra democristiana, dei cattocomunisti, cosicché l’idea si rivelò controproducente. “Montanelli è uomo capace di fare la fronda, non l’opposizione “ diceva il grande Leo Longanesi, a cui bastavano poche battute per fotografare uomini e realtà.

Se ti è andata bene, congratulazioni, se sei stato trombato puoi sempre affermare, parafrasando de Coubertain: è importante partecipare.

Tags: elezioniIndro MontanelliLeo Longanesi
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