Moltissime le bandiere e i tricolori domenica 27maggio sulle rive del fiume “sacro alla patria”, per l’evento organizzato dal Comitato 24 Maggio e dall’ Associazione Destra Veneta; dove i ragazzi del ’99 combatterono contro le truppe austroungariche impedendone l’avanzata sul Piave.
La giornata rievocativa è iniziata con a deposizione di fiori al Sacrario di Fagarè della Battaglia che contiene 10541 salme di caduti di cui 5191 identificate e 5350 ignote, raccolte in questo luogo da 80 cimiteri di guerra del Basso Piave e zone limitrofe. Durante la visita con le guide volontarie dall’ A.N.A è stato esposto un tricolore di 40 metri e letto il Giuramento sul Piave pronunciato da Marina Buffoni, già assessore di Padova. Stefano Lecca deponendo una corona di fiori a nome dell’Associazione Destra Veneta ha sostenuto che “Noi italiani siamo diventati tante monadi, ci occupiamo solo di noi stessi mentre dobbiamo recuperare il senso di sentirci tutti italiani, prima di tutto italiani”. Tra i presenti, oltre numerose Associazioni, Enzo Vanzan ,padre di Matteo, il Lagunare caduto a Nasiriyya Medaglia d’oro al valore dell’Esercito.
Gli intervenuti hanno poi visitato il Molino della Sega dove i ragazzi del ’99, a cui è dedicato il monumento, combatterono contro le truppe austroungariche impedendone l’avanzata sul Piave. Il percorso rievocativo è continuato a Saletto di Breda di Piave dove l’Associazione Argine Maestro, con i suoi volontari, ha rinvenuto e restaurato alcune trincee scavate sulla linea del fronte.
. La giornata si è conclusa a con un momento conviviale a Cimadolmo dove è intervenuta anche Giuliana de Medici, Presidente della Fondazione Giorgio Almirante, che ha ricordato come: “Arrivare sul Piave significa riconnettersi a una Nazione, una storia, una civiltà. Siamo qui per rendere onore alla storia della Nazione, non a ricordare un massacro ma il tempo in cui eravamo un popolo, a riannodare un percorso anche familiare”.
Testo del Giuramento:
1917. Sulla linea del fronte, Ungaretti nella sua poesia di guerra più celebre scriveva:
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
È il mio cuore
Il paese più straziato.
Oggi, cent’anni dopo, i nostri cuori sono straziati come quello del poeta soldato. Di fronte, questa volta non abbiamo un’armata nemica, non abbiamo i “crucchi”, gli austriaci, ma una costruzione grigia e anonima che hanno chiamato Unione Europea e gli sconosciuti signori del denaro e delle banche, volti senza patria, gente senza onore e senza pietà.I nostri cuori sono straziati. Dietro o sopra di noi vi è chi tradisce, inganna, intriga. In nome del denaro straniero, della finta società multiculturale, dello sfruttamento e della menzogna. I nostri cuori sono straziati. Dietro e accanto a noi vi è una nazione umiliata, impoverita, smarrita. Senza orgoglio e dignità. Un paese senza patria.Ma la Patria non è solo una bandiera, un canto, una festa. Una commemorazione. La patria è vita. La Patria è memoria e futuro, lavoro e bellezza, intelligenza e arte, lingua e tradizioni. La Patria è Virgilio, Dante, Petrarca, Manzoni e Pirandello. La patria è Enrico Mattei, Falcone e Borsellino. La Patria è l’imprenditore che non si arrende ai soprusi fiscali, è la madre che si ammazza di lavoro per suoi figli, il soldato che parte per la Libia o l’Iraq, il poliziotto che combatte la mafia, l’artigiano che crea i gioielli del Made in Italy, l’agricoltore che difende il suo campo, lo studente che non si rassegna ad un futuro da disoccupato. La Patria siamo Noi. Gli italiani. È oggi giuriamo, qui sul Piave, di difenderla e proteggerla. Una volta di più. Come allora. Viva l’Italia eterna.