La sparata senile di Berlusconi contro Fitto, reo di aver dissentito sulla politica dissennata ed autolesionista del Capo assoluto e per eccellenza, non merita commenti e tanto vanno presi in considerazione gli scarabocchi logici e sostanziali dei sedicenti “giornalisti” del foglio del padrone. Questa reazione è nata dalla consapevolezza che il Divo di Arcore, o meglio di Ulan Bator, con la sua arroganza, con i suoi sistemi tutt’altro che liberali e meno che mai democratici, perduto qualsiasi contatto con la realtà, stia portando il centro – destra (io continuo a scriverlo con il trattino) nel baratro e — ipotesi migliore — alla marginalizzazione. Ultimo esempio del comportamento da satrapo: chi vorrà provare la designazione di Caramazza, favorito di Re Giorgio, dai gruppi parlamentari di FI con metodi democratici a candidato giudice della Corte e già due volte bocciato? Ma la premiata ditta «B&R» non ha ancora notato la sotterranea ma esplicita contestazione ai loro diktat? E poi il satrapo si vorrà degnare di spiegarci le affinità di Caramazza con l’elettorato di centro-destra?
Già l’arrivo a Downing street da Cameron è stato da autentico, caricaturale “Pippo Spacca” e l’ avvio «sono qui a presentare le riforme» seguito da un’altra colossale bufala «Il cambiamento in Italia è appena iniziato, in 7 mesi abbiamo fatto tanto , possiamo essere contenti» la dicono tutta sul realismo e sull’onestà espositiva del tizio, sempre Pierino delle Cascine. L’atteggiamento roboante del presidente francese è stato considerato semplicemente un bluff per ottenere solo clemenza mentre il boy scout si affanna a sfidare la Merkel sui compiti a casa, che risultano sistematicamente sbagliati. Ma il massimo è stato raggiunto nella City, in cui ha sparato il mortaletto «L’Italia fra 10 anni guiderà l’Europa. La riforma del lavoro entro un mese».
In conclusione esaminiamo l’intervista di Salvini, che parte bene con l’appello anti PD, «per tornare a vincere insiem», ma poi si perde o si sfoca in un fanatismo antieuro esagerato e certamente utopistico. Lasciamo perdere la laison con La Pen, destinata a vedere gli italiani sempre subordinati e vassalli degli sciovinisti francese. Infastidisce non poco la supponenza nei confronti dei FdI, che fanno già tanto fatica ad uscire dal guscio, ma i quali non meritano l’etichetta di sostenitori di etichette vecchie di 20 anni, quando la Lega ripropone, riverniciate, tesi e proposte semisecolari, come quella sul secessionismo inaccettabile e vergognosa. Ugualmente opinabile è la presentazione di una Lega del Sud, in un’area che ha bisogno di tante cose meno che di una lotta antistatale, confusa, velleitaria ed urlata.