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Home Europae

Grecia senza speranza. Una politica del nulla, serve soltanto il nulla

di Apostolos Apostolou
16 Maggio 2016
in Europae, Home
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Grecia senza speranza. Una politica del nulla, serve soltanto il nulla

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Alexis Tsipras sosteneva «cambiamo la Grecia per cambiare l’Europa», ma in realtà, ha illuso i greci, ha capitolato con la Troika, non ha salvato la Grecia e non è diventato, come sperava, un eroe dell’Europa. Il filosofo francese Alain Baudiou lo aveva capito per tempo: Alexis Tsipras non voleva salvare la Grecia ma solo se stesso. Così i cittadini dopo III memorandum — ancora altro memorandum — vivono una vita gravata della paura dell’ inevitabile disperazione.

Il Paese oggi è sotto completa tutela europea. Come scriveva l’anonimo redattore dell’articolo intitolato “Merkel e Serse”: Conquistare la Grecia” : “Disastrare il Paese per impadronirsi, o far sì che i capitalisti finanziari franco-tedeschi s’impadroniscano dei beni pubblici che il traditore Tsipras col suo parlamento di nominati metterà nel fondo di garanzia da 50 miliardi. E far man bassa nelle privatizzazioni che Atene sarà forzata ad eseguire col peggiorare programmato della sua crisi debitoria.  La Grecia ha avuto diversi traditori prima di Alexis Tsipras, a cominciare dal famoso Efialte, che insegnò ai persiani di Serse un sentiero segreto attraverso i monti per prendere alle spalle i difensori delle Termopili. I difensori delle Termopili sono sempre giustamente commemorati e celebrati, mentre Efialte è passato come lo sterco dei muli di Serse… Il governo Merkel, venendo allo scoperto come il padrone incontrastato e il vero manovratore delle istituzioni europee, ha distrutto l’Europa, o meglio l’illusione del processo di unificazione europea…”.

Il 13 luglio 2015, Zoe Konstantopoulou, ex Presidente del Parlamento greco ha votato contro l’accordo con la Troika. Il 17 giu­gno 2015 si è tenuta al Par­la­mento greco, al cospetto della pre­si­dente dell’Assemblea e del pre­mier, la presentazione del rap­porto preliminare della Com­mis­sione per la verità sul debito pub­blico greco costi­tuita ad aprile. Il belga professore Eric Tous­saint del Comi­tato per l’annullamento del debito del Terzo mondo (Cadtm) è stato scelto dalla Kon­stan­to­pou­lou   — battagliera, intransigente, era la più giovane presidente del parlamento greco —  per il coordinamento scien­ti­fico.

Chi segue  le vicende di finanza legate a debiti internazionali sa che il Cadtm è il sog­getto più qua­lificato per un com­pito del genere, attivo dagli anni Ottanta in que­sto campo: lo stesso Eric Tous­saint è stato il coordinatore dell’analoga Com­mis­sione che ha lavo­rato sul debito dell’Ecuador, su impulso del governo Correa. Risultato: il debito ellenico è in larga parte ille­cito il che costi­tui­rebbe una salda base giu­ri­dica per il suo annullamento. E secondo il comitato greco sul debito del Parlamento: “Tutte le prove che presentiamo in questo report dimostrano che la Grecia non solo non ha la capacità di onorare questo debito ma, anche, che non dovrebbe prima di tutto pagarlo, perché il debito che emerge dagli accordi della troika è una violazione diretta dei diritti fondamentali umani dei cittadini greci. Da cui siamo giunti alla conclusione che la Grecia non ha da pagare questo debito in quanto illegale, illegittimo ed odioso”. Alexis Tsipras negava la decisione del comitato e ha violato la costituzione e la democrazia greca.”

Tsipras con il suo modo di governare con il ricorso a continui decreti – leggi è una persona pericolosa per la democrazia per l’ economia e per la giustizia del paese. Non a caso il suo governo imposto anche  il Capital control. Gli elettori con referendum (luglio 2015) hanno deciso con il 61 per cento dei voti di rifiutare le condizione poste dei creditori internazionali, ma Alexis Tsipras ha annullato la decisione del popolo greco, e cosi il grande No è diventato Si. Poi il premier ha imposto un altro memorandum, con provvedimenti antipopolari e nuovi sacrifici, con tasse di circa 6 miliardi di tasse, mentre  il Fondo Monetario Internazionale chiede nuovi tagli con una clausola salvaguardia, cioè misure preventive circa 3 miliardi. Totale 9 miliardi. Con 153 voti a favore su 300, è passata in Parlamento ad Atene la riforma che prevede un pacchetto da 6 miliardi che dovrebbe sbloccare una ulteriore tranche di aiuti europei per evitare il default greco. Le misure appena varate prevedono un aumento delle tasse di circa 3,6 miliardi, con l’Iva che sale dal 23% al 24%.

Oggi in Grecia, si chiede speranza. Una piccola, minima speranza. Ma i partiti “tradizionali” — Nuova Democrazia, Movimento Socialista Panellenico, e Unione di Centro — non hanno programmi e uomini, e il Partito Comunista e Alba Dorata non riescono a passare dalla protesta alla proposta.

Oggi, con 750.000 rifugiati e con misure economiche antipopolari – un’austerity che uccide il paese, – non c’è nessuna speranza. La Grecia paga il monopolio della retorica del rigore che distrugge la nazione. È  una politica prigioniera del nulla, condannata a servire il nulla. L’unica soluzione è uscire unilateralmente dell’euro e l’abolizione o cancellazione del debito totale.

Tags: Alexis TsiprasAngela MerkeleconomiaGermaniaGreciaUnione EuropeaZoe Konstantopoulou
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