Nelle ultime ore il dibattito intorno al green pass ha assunto dimensioni di una certa rilevanza, sollevando polemiche e scontri durissimi, in seno alla politica e alla società civile. Ipotizzare l’utilizzo di tale strumento per “regolarizzare” l’accesso a servizi e ai luoghi della socialità, rischia, di fatto, di introdurre un elemento discriminante tra i cittadini, cioè tra coloro che accetteranno, o l’hanno già fatto, di vaccinarsi e tra i cosiddetti “resistenti” a qualsiasi trattamento sanitario obbligatorio. La contesa tra le due istanze della libertà e della salute si accende. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sollevano dubbi di costituzionalità, paventando i rischi legati a simili derive liberticide, mentre dal mondo della sinistra plausi entusiastici e pollici alzati si susseguono coralmente, a sostegno dell’iniziativa transalpina. Si rinuncia a convincere il dubbioso di turno, vincendo dialetticamente le sue resistenze, confinandolo, invece, entro le mura domestiche in lockdown permanente.
Sia chiaro, la questione è tutt’altro che banale. Il rischio epidemiologico non deve essere sottovalutato, come, d’altronde, quello di infilare corridoi antidemocratici, smarrendosi, inoltre, in una selva normativa difficilmente applicabile. Come impedire a un non vaccinato di salire su un mezzo pubblico o di ordinare un caffè al bar? Le istituzioni intendono forse delegare tali compiti, e le relative responsabilità, a baristi, camerieri, controllori dei bus, o a qualche altra volonterosa figura? Si farà appello allo zelo dei singoli cittadini, invitandoli nuovamente alla denunzia, e alla gogna pubblica, del disertore novax?
Una disposizione impossibile da fare rispettare rischia di sortire l’effetto opposto, cioè un moto di sorda ribellione e di disobbedienza civile. Può procurare più danni che effetti benefici, come ci insegna la memoria recente dell’App Immuni. Dispositivo pensato per il tracciamento, ma che si rivelò soltanto uno spreco di denaro pubblico.
E se in ballo non ci fossero davvero la libertà e la salute? Se il green pass si rivelasse, invece, una sorta di specchietto per le allodole, agendo da elemento di distrazione di massa? Cerchiamo di spiegare meglio il concetto, evitando di abbracciare analisi dal retrogusto complottista che, francamente, non mi appartengono minimamente.
L’anno scorso, la situazione estiva era del tutto simile a quella odierna: calo di contagi e di decessi, aperture e ritorno parziale alla normalità. E allo stesso tempo, un certo ritardo nel potenziamento delle terapie intensive, nel predisporre un efficace servizio di trasporto che limitasse le inevitabili situazioni di assembramento che si sarebbero verificate in autunno, nonché nell’elaborazione di un piano nazionale di edilizia leggera riguardante gli edifici scolastici. I ritardi furono tra le cause scatenanti la seconda ondata dei mesi di ottobre e di novembre. Arrivarono solo i banchi a rotelle, decisamente troppo poco.
Ora si sta puntando tutto sulle vaccinazioni, ma la politica, che sia centrale o locale, questo davvero poco importa al cittadino, sembra non avere imparato dagli errori passati, mostrando di non sapere come affrontare simili sfide. Le limitazioni stringenti eventualmente introdotte, mediante l’uso del green pass, si configurerebbero come riprova della palese e manifesta incapacità strutturale della politica nell’affrontare questioni complesse, scaricando l’onere sui singoli cittadini, colpevolizzandoli per negligenze e mancanze che sarebbero, contrariamente, da imputare primariamente al mondo stesso delle istituzioni.
Qualcosa da dire vi sarebbe, inoltre, sul tema delle terapie domiciliari, finora trascurate in nome delle indicazioni ministeriali, riassumibili nel diktat “paracetamolo e vigile attesa”. Qualcosa vi sarebbe, effettivamente, ma anche su questo versante tutto tristemente tace.
C’è anche da aggiungere che è stata fatta una “santificazione” delle mascherine facendo erratamente credere alle persone che….”tanto hai la mascherina”. E invece NO. Le mascherine fpp2 hanno una capacità di filtraggio del 98% quelle che usiamo tutti del 70%…quando sono nuove!! Se stai a 20 cm da una persona con la mascherina il virus passa!! Non che io sia contrario tout court alle mascherine beninteso ma dovrebbero essere usate quando non è possibile il DI-STA-NZIA-MEN-TO. E invece io ogni giorno vedo persone IMPICCICATE tra loro convinte che “tanto ho la mascherina….”in luoghi ampi e anche all’aperto che parlano tra loro quando la voce umana è perfettamente udibile A 4 METRI di distanza……e a 4 metri il virus non arriva… E allora voi che state leggendo domani quando incontrate qualcuno PENSATECI: posso fare la stessa cosa stando PIU’LONTANO?……..E i contagi li ABBASSIAMO subito……….
La ringrazio per il suo commento.